Nuovo regolamento di accesso in porto a Livorno per l’ingresso, l’uscita e la manovra delle maxi navi portacontainer da 9mila TEUS. I Lavori di escavo e dragaggio del canale di accesso portano i fondali a -13.
di Lucia Nappi
LIVORNO -.“Gli interventi di escavo e dragaggio dei fondali dell’imboccatura e del canale di accesso al porto di Livorno hanno portato conseguenze e riflessi sulla navigabilità tanto che si è reso necessario e possibile il cambiamento del regolamento di accesso al porto”. Lo spiega l’ammiraglio Giuseppe Tarzia, comandante della Capitaneria di porto di Livorno e direttore marittimo della Toscana, durante la conferenza stampa per l’annuncio della nuova regolamentazione del traffico mercantile nel porto di Livorno che detta le condizioni per l’ingresso, l’uscita e la manovra delle maxi navi portacontainer.
Presenti alla conferenza stampa, svolta in Capitaneria di porto, il presidente dell’Autorità di Sistema, Stefano Corsini, che è intervenuto spiegando nel dettaglio gli interventi e, tutti i maggiori rappresentanti del cluster marittimo livornese.
Il superamento dei limiti
L’ammiraglio ha parlato degli interventi migliorativi apportati, necessari al superamento dei limiti oggettivi del porto e dei risultati ottenuti: “fondali omogenei a -15 metri all’imboccatura e -13 metri nel canale di accesso ed una ampiezza fino a 90 metri”, ha confrontato le nuove condizioni con le precedenti, i limiti del pescaggio aumentati da 50 cm fino a 1 metro”.
Lavori e dragaggi finalizzati al consolidamento e all’incremento dei traffici delle navi più grandi che potrebbero portare attorno a 110mila TEUS in più nel 2018, certo non stiamo parlando delle navi di ultima generazione da 20mila TEUS, ma di quelle fino a 9mila TEUS e 48 metri di larghezza.
“Il canale di accesso è la nostra via della seta”, ha sottolineato Tarzia, “ attraverso questo nel 2017 hanno transitato, in entrata e uscita, 4360 navi rispetto alle 7mila totali che hanno scalato Livorno. Quindi per il quantitativo di merci imbarcate e sbarcate, il numero di imprese e di maestranze impiegate, questo canale è un elemento fondamentale per il consolidamento e lo sviluppo dei traffici”.
Il porto di Livorno nato prima del fenomeno del gigantismo navale, risente dei limiti strutturali come la mancanza di fondali e di pescaggio, da qui la difficoltà dei mesi scorsi in seguito all’avvio della nuova linea MSC per il Sud America, operata con navi di dimensioni fino a quel momento mai entrate a Livorno.
Il 6 novembre scorso faceva infatti ingresso nello scalo, la prima nave da 9mila TEUS (300 metri di lunghezza e 48 metri di larghezza) la MSC Vita. Un ingresso particolarmente complesso che comportò, in tutta fretta, la modifica dell’ordinanza di accesso al porto fino a quel momento non consentito ai vettori al di sopra dei 40 metri di larghezza.
L’incidenza del vento
Grazie ai lavori effettuati, oggi si è passati da una accessibilità con vento non superiore ai 10 nodi, al raddoppio dei fattori di incidenza del vento fino a 15/20 nodi. Questo sta a significare che sono raddoppiate le possibilità per le navi di entrare in porto, anche con condizioni meteo avverse. Quindi adesso in giornate di forte vento, a differenza di quanto si è verificato nei mesi scorsi, le navi non salteranno più lo scalo, oppure non rimarranno in rada in attesa che migliori il meteo.
Vincolo degli orari: Sono stati rimossi i vincoli degli orari per l’accesso e l’uscita al Canale industriale che impediva alle navi di 200 m di uscire di notte.
Il lavoro di rimorchio: I rimorchiatori, in questo mix di condizioni mutate, possono lavorare meglio perché la presa e il rilascio della nave può avvenire all’interno delle dighe del porto e non all’esterno come era in precedenza.
Il mantenimento dei fondali
Certo è che parlando di fondali marini, non è possibile pensare che questi, una volta dragati, non debbano essere monitorati. Questo ruolo sarà dell’Autorità di Sistema portuale che, con rapporti quadrimestrali, terrà sotto controllo le condizioni di agibilità.
A Livorno sono molteplici i fattori di insabbiamento dei fondali, non solo nel canale di accesso al porto, ma anche in Darsena Toscana dove il pescaggio è messo a repentaglio dal vicino canale dei Navicelli e dall’annoso problema dell’apertura e chiusura delle porte Vinciane, fenomeno che dovrebbe arrivare a conclusione a breve.
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Chi ha finanziato i lavori dell’escavo e del dragaggio dei fondali?
Lo abbiamo chiesto al presidente Corsini, a margine della conferenza stampa. Si è trattato di un finanziamento pubblico-privato, insieme all’Autorità di Sistema sono intervenuti i privati maggiormente interessati a ricevere le maxi navi in banchina, pertanto sia la società che gestisce il Terminal Darsena Toscana. ma soprattutto ad avere allargato i cordoni della borsa è stata la società Terminalista Lorenzini, partecipata al 33%, dal dicembre 2016, dal gruppo MSC.
Il Terminal Lorenzini infatti gestisce la linea MSC per il Sud America delle maxi navi del’armatore Aponte.
Livorno quindi con il nuovo regolamento e con l’escavo dei fondali sta dimostrando di essere in grado di affrontare le nuove sfide imposte dalla concorrenza globale, nell’attesa che parta il grande progetto della Darsena Europa.