di Fabrizio Cerignale
Genova – Un cambiamento di modello organizzativo per preparare le banchine di Psa Genova Pra’ al futuro con l’obiettivo di passare dai circa due milioni di teu attuali a più di tre milioni. Un progetto che prevede un investimento vicino al miliardo di euro che permetterà di aumentare la capacità del terminal in modo sostenibile, senza aumentare gli spazi, con l’impiego di gru di ultima generazione che potranno stivare i contenitori in maniera più compatta e che, essendo elettriche, potranno abbattere le emissioni e limitare l’impatto acustico.
È questa la novita più importante presentata dai vertici di PSA Italy, nel corso del tradizionale bilancio di fine anno tracciato dai vertici del gruppo. Un bilancio che per PSA Italy, che opera nei terminal di Genova Prà, Sech e Venice – Vecon, il 2024 è stato comunque di crescita, nonostante una situazione internazionale complessa.
Presenti in conferenza stampa: Marco Conforti, presidente PSA Italy, Roberto Ferrari amministratore delegato Genoa Investments, Daniele Marchiori general manager di Psa Venice-Vecon e Fabio Bucchioni Supply Chain Manager PSA Genova Prà·
«Abbiamo avuto la crisi del Mar Rosso, gli Houti, le navi obbligate a transitare dal Sudafrica – ha spiegato l’amministratore delegato Ferrari – e questo ci ha creato problemi a inizio anno, con le navi dalle provenienti dall’estremo Oriente che hanno impiegato circa 15 giorni in più da arrivare a Genova. Alla fine, però, abbiamo dimostrato ancora una volta di essere aziende resilienti, ci siamo adeguati, abbiamo recuperato il mercato perso nei primi mesi e abbiamo chiuso l’anno e con un segno positivo e questo non è non è una cosa da poco».
La crescita, infatti, è stata del 19,43% al terminal Psa Sech di Genova, con 295 mila teu, sono aumentati i traffici al Psa Genova Pra’, passato da 1.449.199 teu nel 2023 a 1.508.819 nel 2024, mentre per il terminal Psa Venice-Vecon di Venezia i traffici si fermano a oltre 290 mila teu dopo il record 2023 di 337.032, un calo fisiologico per la crisi di Suez.
«Venezia ha sofferto di più perché i servizi che provenivano dall’estremo Oriente diretti in Adriatico hanno hanno cambiato radicalmente il setup:- ha spiegato Ferrari – molti si sono fermati negli hub di Tangeri o di Malta e per questo il volume che è arrivato sull’Adriatico, in generale, è stato minore».
Risultati positivi che si confermano anche in termini di impatto sui territori di Genova e Venezia. Psa Italy, infatti, contribuisce con un monte di 75 milioni di salari erogati con il 93% dei dipendenti residenti nelle province di Genova e Venezia e la spesa per approvvigionamenti è stata di 110,7 milioni di euro, con oltre l’80% destinato a fornitori italiani, di cui 79,1 milioni per Psa Genova Pra’, 21,8 milioni per Psa Sech e 9,8 milioni per Psa Venice-Vecon. Adesso l’obiettivo è quello di aumentare la competivitá, grazie anche a un ambizioso piano di investimenti.
Tra gli interventi più significativi per il terminal Psa Sech l’installazione delle nuove gru di ferrovia a Parco Rugna, operative a partire da marzo 2025, e l’arrivo a dicembre 2025 delle nuove gru di banchina; per PSA Venice-Vecon, che ha completato la prima tranche di investimenti con l’acquisto di 4 reach stacker, l’installazione di 96 nuove prese reefer e lavori di rifacimento del piazzale, sono state ordinate 3 E-RTG, le imponenti gru di piazzale alte oltre 30 metri e altre 2 reach stacker, in arrivo nel 2025.
A questi investimenti a breve termine si aggiunge un nuovo maxi progetto che guarda al futuro e che coinvolge il terminal PSA Genova Pra’.
«Vogliamo cambiare completamente il modello operativo – spiega Ferrari – che vuole dire soprattutto ottimizzazione. Tanto per essere chiari, non stiamo chiedendo ulteriori spazi alla città ma andremo a ottimizzare quelli che abbiamo sui quali aumenteremo la capacità. Dobbiamo convincere l’investitore a fare questo step ma per farlo bisogna costruire i presupposti con tutto il territorio, con la politica, con l’Autorità di Sistema portuale, con il ministero, e tutti devono essere consapevoli dell’importanza di un investimento del genere in un territorio come Genova».
Un progetto che, tra l’altro, porterà anche nuovo lavoro anche se sará necessario formare nuove professionalità. «Questo modello è già utilizzato in oltre 60 porti nel mondo e non ha fatto calare l’occupazione – sottolinea Ferrari – ma semmai l’ ha aumentata. Quello che dovrà cambiare, pero, saranno le “skill”, le professionalità, e quindi ci dovremo prendere la responsabilità di dare vita a piani di formazione per non lasciare indietro nessuno, e questo sarà la vera sfida».
VIDEO INTERVISTA a Robero Ferrari, amministratore delegato Genoa Investments
Obiettivi di crescita ambiziosi, quindi, che necessitano di infrastrutture adeguate all’aumento dei volumi, e questo rimane il problema principale di Genova. «È fondamentale che i tempi di sviluppo delle infrastrutture, sopratutto ferroviario, siano rispettati – spiega Ferrari – perché il vero “collo di bottiglia” è quello terrestre. Pensiamo al Terzo Valico per il quale è fondamentale che le tempistiche vengano rispettate. E poi abbiamo bisogna di indicazioni precise sulla capacità di questo nuove infrastrutture perché se vogliamo allargare il bacini di utenza l’unico strumento che abbiamo, per essere competitivi e attrarre nuovi traffici, è il treno».
Tra le novità presentate nel corso della conferenza stampa anche quelle legate alla filiera logistica, con la presentazione delle attività della divisione PSA Port Ecosystem. Dopo l’apertura, a marzo 2023, di un magazzino con 1.200 mq di area coperta e 5.000 mq di spazio esterno, a soli 800 metri dal gate del terminal PSA Genova Pra’, il supply chain manager Fabio Bucchioni ha confermato l’entrata in funzione di ulteriori 15.000 mq di magazzini e 25.000 mq di piazzale, con 16 neo assunzioni a dicembre 2024.