Porti italiani, esenzione fiscale -L’UE apre approfondita indagine

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BRUXELLES – La Commissione europea il 15 novembre scorso ha aperto “un’approfondita indagine” per determinare se i porti italiani siano in regola sul tema delle esenzioni fiscali. Nel nostro Paese infatti le Autorità di Sistema portuale non pagano l’imposta sul reddito delle società. Lo stesso anche in Spagna, ma il governo di Madrid, dopo le sollecitazioni della Commissione ha eliminato questa forma di esenzione.

Nel gennaio scorso infatti la Commissione Europea, che vigila in materia di concorrenza sui  28 Stati che la compongono, aveva richiesto ad Italia e Spagna di modificare la loro legislazione per fare in modo che i porti pagassero le tasse così come altre imprese, questo a partire dal gennaio 2020.

Sul tema gli spagnoli hanno pertanto deciso di abolire le esenzioni per i porti e la Commissione ha accolto positivamente tale decisione, concludendo il procedimento a loro carico.

Riguardo all’Italia invece l’Organo Europeo sta invece intensificando l’indagine, così come riporta in un comunicato la Commissione stessa.

Margrethe Vestager, commissario europeo per la concorrenza, ha ribadito che i porti sono un’infrastruttura chiave per la crescita economica e lo sviluppo regionale e che le regole sulla concorrenza riflettono questa dinamica, permettendo ai paesi Ue d’investire nei porti. “Allo stesso tempo” – ha spiegato il commissario Vestager – ” se gli operatori portuali generano utili da attività economiche, queste dovrebbero essere tassate alla stessa maniera di altre imprese secondo le normali leggi fiscali nazionali al fine di evitare distorsioni alla concorrenza”.

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