VENEZIA – “Porti e Imprese del Golfo di Venezia nella One Belt one Road- Quali prospettive per il Nord Est “ è il titolo dell’incontro proposto dal Propeller Club Port of Venice che si terrà l’8 maggio presso Venezia Terminal Passeggeri.
Interverranno:
Pino Musolino, presidente dell’Autorità Portuale di Sistema dell’Adriatico Settentrionale,
Mario Sommariva, segretario generale dell’Autorità Portuale di Sistema dell’Adriatico nord Orientale
Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia,
Alessandro Panaro, responsabile dell’Uffico maritime and Mediterranea Economy –Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Intesa San Paolo)
Riccardo Fuochi presidente dell’International Propeller Club Port of Milan e dell’Associazione Italia-Hong Kong Introduce:
Massimo Bernardo, presidente Propeller Club del Port of Venice
Presenti tra gli altri i rappresentanti dei Propeller Club di Trieste, Monfalcone e Ravenna .
Il tema dell’incontro, le opportunità per la portualità e l’industria nazionale rappresentate dal progetto cinese “Via della Seta”, con ipotesi e previsioni di traffici e di vettori di grandi dimensioni che interesseranno il 62% della popolazione mondiale, il 34% del commercio internazionale, oltre il 30% del PIL mondiale con oltre 8 triliardi di investimenti previsti sulle infrastrutture.
Il presidente del Port of Venice a presentazione dell’iniziativa dice: “per il successo della One belt one Road oggi denominata Belt and Road Initiative (BRI) prima di qualsivoglia investimenti bisognerà essere in grado di agevolare, sotto tutti i profili, l’indispensabile dialogo tra culture diverse collegate sì nella stessa “cintura” – la “belt” da interessi economico–finanziari, spesso gestiti a livello esclusivamente ragionieristico, ma ancora ben lontane, nella stessa road-strada – che unirà i tanti popoli dall’est all’ovest del mondo, cioè da quell’osmosi culturale che sta alla base della vera crescita sociale ed economica ed, ovviamente, di una migliore qualità della vita.
Bernardo sottolinea inoltre la necessità di una visione strategica di grande respiro, a cui sono chiamati a rispondere i paesi aderenti all’Unione Europea che a luglio dovranno esprimersi sul futuro del BRI tentando di appianare le tante contraddizioni tra i propri paesi membri che, almeno fino ad ora, al fine di non penalizzare lo sviluppo del progetto.