Napoli, Sicurezza maxi yacht: “Servizi tecnico nautici no all’autogestione”

Grandi Yacht, non sottovalutare la questione sicurezza – A margine della presentazione dello studio Risposte Turismo a Napoli, il punto di vista di piloti e ormeggiatori.

di Giovanni Grande

NAPOLI – Il gigantismo navale nel settore del diporto determina inedite problematiche di sicurezza che non possono essere sottaciute se si vuole costruire una strategia coerente di sviluppo di questo comparto. A margine del convegno “I Grandi Yacht e i porti della nuova AdSP: le ricadute economiche e le prospettive” il Capo Pilota della Corporazione dei Piloti del Golfo di Napoli, Luigi Lucenteforte, interpreta il fenomeno dal punto di vista dei servizi tecnico nautici denunciando un cortocircuito normativo incombente.

Lo sviluppo della diportistica di altissima gamma vede sempre più la presenza nelle nostre acque di unità turistiche di grandi stazza. Alcune unità superano le dimensioni delle navi cisterne che normalmente operano in uno scalo. È chiaro che la distinzione tra porti commerciali, dove vige l’obbligo di utilizzo dei servizi tecnico-nautici, e porti turistici, dove tali operazioni possono essere condotte in autogestione, entra in crisi”.

Punto critico che vede la Corporazione in prima linea nella richiesta di uniformare le regole che disciplinano le movimentazioni all’interno del Golfo di Napoli, attraverso la presentazione di un modello che potrebbe essere esteso facilmente a livello nazionale. “Sulla base di uno studio a campione sui sinistri marittimi condotto sui porti di Napoli, Castellammare di Stabia, Pozzuoli, Torre Annunziata e Sorrento abbiamo presentato già una nostra ‘relazione tecnica’ al MIT”.

L’idea è quella di abolire la distinzione commerciale-turistica riguardo l’obbligatorietà dei servizi nautici. “Potremmo mai privare gli aeroporti del controllore di torre e di avvicinamento – si chiede provocatoriamente Lucenteforte – pur avendo i comandanti di tutti i velivoli ampie qualifiche professionali? Al cuore del problema sta il fatto che nessuna manovra può prescindere da una figura terza in grado di monitorare costantemente e coordinare la singola unità rispetto al traffico in entrata e in uscita. Pur bravo un comandante non ha mai una misura d’insieme”.

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Un invito a non guardare la questione solo dal lato armatoriale (lo stesso studio di Risposte Turismo cataloga più o meno i servizi tecnico nautici alla voce criticità) che arriva anche dal presidente del Gruppo Ormeggiatori e Battellieri del porto di Napoli, Mario Esposito. “Il riconoscimento a livello nazionale del nostro ruolo garantisce a tutti i livelli la sicurezza della navigazione e dell’approdo, nonché delle stesse infrastrutture portuali. Nel caso di mega yacht si parla di vere e proprie navi dal grande valore economico. Pensare all’autogestione di queste unità, soprattutto in porti commerciali, o in un contesto di grande congestione, dove la loro presenza andrebbe a creare pericolose commistioni con il traffico passeggeri e commerciali, è impensabile”.

 

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