Marina di Carrara, project cargo -Masucci (FHP): «Una best practice toscana» -Intervista

Umberto Masucci

Il porto di Marina di Carrara raddoppia la propria attività come hub portuale della Toscana per il project e general cargo – Siglato un protocollo di intesa tra Regione Toscana, Comune di Massa Carrara, Autorità di sistema portuale del Mar ligure orientale, Nuovo Pignone-Baker Huges e il terminalista-operatore portuale FHP. Il protocollo mira ad accrescere la sinergia tra il porto di Carrara e Nuovo Pignone, il grande cantiere industriale situato ad Avenza di Carrara in prossimità del porto, dove la multinazionale dal 2011 produce turbine e compressori per l’oil&gas e assembla moduli per la generazione di energia.

Nuovo Pignone in seguito all’arrivo di nuove commesse ha concluso con il terminalista FHP un secondo contratto per lo sbarco delle forniture, l’assemblaggio e la movimentazione dei moduli, ed infine l’imbarco del modulo una volta assemblato per raggiungere la destinazione finale, gli Stati Uniti. 

FHP è la holding portuale del fondo F2i, maggiore fondo infrastrutturale italiano con una dotazione di circa 5 miliardi di euro, che opera in concessione sull’area portuale del Piazzale Città di Massa, nel Porto di Marina di Carrara. Subentrato nel giugno 2019 al Gruppo PDC – Porto di Carrara Spa, nella gestione dei terminal nei porti di Marina di Carrara, Marghera e Chioggia. Le due società collaborano già da qualche tempo e già sono state portate a termine spedizioni di sedici moduli per un valore di alcuni miliardi di dollari.

La multinazionale in queste ore ha annunciato un investimento da 30 milioni di euro, nello stabilimento di Avenza dove gli attuali 240 mila metri quadrati, saranno ampliati e potenziati,  a supporto anche di una crescita delle attività- «L’ampliamento servirà a installare nuovi impianti» -ha spiegato l’azienda – «che consentiranno di effettuare, per la prima volta nell’industria dell’oil & gas, una prova di funzionamento a carico di un turbocompressore di alta potenza in una struttura modularizzata».

Non a caso il recente documento di pianificazione strategica portato a termine dall’AdSP, individua nel porto di Marina di Carrara lo sviluppo del settore project e general cargo, una specializzazione nella quale opera sul fronte della movimentazione e della logistica, da agosto 2019, l’Holding Portuale (FHP) del fondo F2i.
«Nel mese di settembre sono partiti dal porto di Marina di Carrara e diretti negli Stati Uniti, i primi 2 moduli industriali, si è trattato del primo viaggio che fa parte del contratto tra FHP e Nuovo Pignone e che prevede l’assemblamento e la spedizione in tutto di 18 moduli, ovvero 9 viaggi via nave da Carrara fino agli Stati Uniti» – Lo spiega Umberto Masucci, presidente di FHP, sentito da Corriere marittimo in merito alla questione.

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Ma le novità non si sono fermate qui perchè con l’incremento del lavoro al grande cantiere industriale di Carrara, anche per il vicino porto le commesse sono raddoppiate: «Un progetto importante a cui stavamo lavorando da tempo» – continiua il presidente della società terminalista– «per consentire il raddoppio del lavoro sul porto di Marina di Carrara del projecrt cargo proveniente dal Nuovo Pignone».

Il porto toscano, anche grazie all’arrivo del terminalista FHP, ha assunto sempre più un ruolo di hub portuale a servizio della filiera del project cargo, per l’assemblaggio e movimentazione dei giganteschi moduli a favore di Nuovo Pignone (General Electric).  Una filiera capace di tradursi termini di  innovazione tecnologica, crescita occupazionale, promozione dell’export.

Masucci, ci spiega in cosa consiste il ciclo dei lavori che attualmente svolgete a Carrara per Nuovo Pignone?

«Ci occupiamo del ciclo completo che inizia nel porto di Monfalcone, dove vengono caricati gli scheletri dei moduli, da qui trasportati via mare fino a Carrara dove gli sbarchiamo nel nostro terminal. Mammoet» –  l’operatore olandese Mammoet specializzato nel settore heavy lift e project cargo – «si occupa del trasporto all’area retroportuale di FHP: 900 metri quadrati dove Nuovo Pignone assembla i moduli e per un lavoro di 4-5 mesi, dopo di che nuovamente l’operatore dei trasporti Mammoet –  si occupa del sollevamento dei moduli e di trasportarli nuovamente in porto, qui gli imbarchiamo, facciamo le saldature e poi gli trasportiamo fino negli Stati Uniti. Un lavoro di grande prestigio per la Toscana e per l’industria italiana» 

Che dimensioni hanno i moduli ?

«Sono giganteschi, misurano 42 metri di lunghezza, 24 metri di larghezza e 22 di altezza. Quando li abbiamo trasportati nella nostra area retroportuale, il trasporto è stato fatto di notte, togliendo tutti i cartelli stradali che sono stati risaldati a conclusione del lavoro»

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Il raddoppio del lavoro su Carrara in cosa consiste?

«Quando Nuovo Pignone ci ha detto che c’era la possibilità di raddoppiare il lavoro, rispetto a questo attuale, non pensava di poterlo fare nel porto di  Carrara perchè l’area si sarebbe sovrapposta a quello che già facciamo per il primo progetto».
L’alternativa sarebbe stata che l’azienda si sarebbe rivolta ad altri porti, possibibilmente anche all’estero.
«Con l’AdSP ci siamo inventati, abbiamo trovato gli strumenti giuridici, c’è stato anche il supporto della Regione e del Comune. Oggi abbiamo firmato il protocollo per consentire questa operatività che non impatta sulla strada, in Toscana. Abbiamo destinato 35 mila metri quadrati, dell’area portuale che abbiamo in concessione, alle platee che sono le basi basi sulle quali  vengono appoggiati gli scheletri  per l’assemblaggio del modulo».

Il ciclo come si svolge?

«Lo scheletro arriva via nave da Monfalcone viene sbarcato a Carrara, viene messo sulle platee, qui viene assemblato dai lavoratori di FHP, pertanto porta lavoro in Toscana. Il lavoro ultimato lo imbarchiamo e saldiamo sulla nave, che parte diretta negli Stati Uniti».

«Senza dubbio è una best practice governata in Tocana ma che parte dal Friuli Venezia Giulia,  altre componenti partono dal Nuovo Pignone di Vibo Valentia, e arriva in Luisiana».

Lucia Nappi

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