Livorno sale la temperatura in porto – Sindacati minacciano lo sciopero, Guerrieri avvia il confronto

Madonna popoli

LIVORNO – Le agitazioni nei porti europei sembrano estendersi all’Italia –  Mentre in Inghilterra e in Germania continuano le agitazioni dei lavoratori portuali per il rinnovo degli accordi contrattuali, in adeguamento al crescente tasso di inflazione, nel porto di Livorno, i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti con una nota minacciano dieci giorni di sciopero a partire dal 12 settembre. Alla base delle agitazioni le denuncie di un salario non adeguato ai livelli del tasso di inflazione in crescita galoppante, sicurezza e salute (per le ricadute fisiche di un lavoro sempre più usurante).

Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Mar Tirreno Settentrionale, Luciano Guerrieri, ha incontrato i rappresentanti sindacali ed i lavoratori portuali, aprendo un confronto per arrivare ad una soluzione.

Sul tema della Salute i lavoratori lamentano: «riscontrate condizioni di clima nei garage dei traghetti Ro-Ro»  – «Inoltre un alto utilizzo del lavoro notturno; il tutto aggravato dalla iniqua distribuzione tra i lavoratori».

In riferimento al Salario inoltre viene denunciato un «sotto-inquadramento in relazione alle mansioni prevalenti svolte, con il risultato di un’ulteriore compressione salariale» inoltre – «in alcune realtà, emerge un’alta rotazione del personale in ingresso con contratti a termine».
Pertanto viene formalizzata la richiesta di un aumento del 10% delle retribuzioni base a causa del tasso di inflazione che ha «eroso gli aumenti contrattuali riducendo il potere di acquisto a livelli non sostenibili».

Il presidente dell’AdSp, Guerrieri, facendo il punto sull’incontro ha dichiarato: «Abbiamo ascoltato con attenzione e preoccupazione le rivendicazioni dei lavoratori, emerse per altro in un contesto internazionale complesso, caratterizzato da inflazione elevata e crescita ridotta, da difficoltà nella catena logistica e da pressioni dovute alla guerra in Ucraina, in particolare nel settore energetico. Riteniamo legittime le loro riserve e serie le loro richieste, ma dobbiamo al contempo lavorare insieme, autorità portuale, lavoratori, imprese, armatori e associazioni di categoria per garantire la piena efficienza delle operazioni portuali che rimangono la priorità impregiudicabile per il nostro territorio e la nostra Regione».

Guerrieri ha tenuto a precisare che farà tutto il possibile «perché le legittime denunce delle distorsioni nel settore non vadano ulteriormente a pregiudicare la stabilità dei traffici dello scalo portuale, con la fiducia che un serrato quanto serio confronto tra le parti, che l’Autorità faciliterà in ogni modo, possa scongiurare che lo sciopero trovi concreta attuazione».

Per questo motivo, assieme al segretario generale Matteo Paroli e alll’intero staff, il presidente dell’Authority ha dichiarato di volersi attivare concretamente fin da subito: «Dalla prossima settimana – dichiara- avvieremo una serie di riunioni con i sindacati e le associazioni di categoria interessate, nella speranza di riuscire a individuare le migliori soluzioni ai problemi sollevati lavoratori. Al contempo, dobbiamo però cercare di salvaguardare le esigenze di continuità e operatività indispensabili all’attività di impresa».

Il ruolo centrale del Porto

«Il Sistema portuale livornese, dopo un lento ed inesorabile processo di deindustrializzazione – specifica la nota sindacaleresta l’unico plesso industriale in grado di produrre e redistribuire ricchezza»- «Le grandi concentrazioni armatoriali dominano l’economia del mare con imponenti trasferimenti di ricchezza ed è in atto una speculazione nel mercato delle fonti energetiche» – «Tutto questo denuncia il fallimento delle economie di mercato. I porti, in quanto beni pubblici e mercati regolati, non possono essere a disposizione dell’armatore di turno che si arricchisce senza lasciare niente al territorio».

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