Carlo Alberto Marconi, procuratore speciale di Società Italiana Dragaggi (Sidra) – Darsena Europa: «Finalmente, anche in Italia si investe in infrastrutture marittime e si è in grado di fare opere così complesse. Come imprese italiane le facciamo solo all’estreo, invece in Italia facciamo piccole opere complementari».
Lucia Nappi
LIVORNO – «Darsena Europa è un progetto di enorme quantità, volumi e attività da svolgere. Attualmente è il più grande lavoro di infrastruttura e di ingegneria marittima che si esegue in Italia. Siamo orgogliosi di essere partecipi in questa iniziativa, ma anche orgogliosi per l’economia Italiana percché per la prima volta si fa un’opera così complessa nel campo marittimo, quindi per il futuro economico nazionale e che si faccia anche con la Regione Toscana a Livorno».
E’ il commento Carlo Alberto Marconi, procuratore speciale di Società Italiana Dragaggi (Sidra) sentito da Corriere marittimo (VAI ALLA VIDEO INTERVISTA) a margine della sottoscrizione del contratto di appalto per la realizzazione delle opere a mare della Darsena Europa. Sidra è la capogruppo mandataria del Raggruppamento Temporaneo di Impresa – formato oltre da Sidra, da Fincantieri Infrastructure Opere Marittime, Sales e Fincosit – che realizzerà le imponenti opere marittime della Maxi Darsena del porto di Livorno – «Siamo impegnati, tutto il Raggruppamento» – continua Marconi – «in questo sforzo per raggiungere l’obiettivo anche in un breve termine, vista l’importanza dell’opera per traguardare la conclusione delle opere nel 2026-2027».
Quali sono i ruoli di ciascuna impresa?
«Noi in particolare come Sidra, che apparteniamo al gruppo europeo-belga DEME, la parte del dragaggio che sono oltre 16 milioni i sedimenti di sabbie da dragare e da trasportare, per fare i refluimenti anche a protezione costiera. Le altre società si occuperanno principalmente delle attività di approvigionamento dei materiali e di costruzione delle dighe foranee e dei marginamenti interni. Tutte e tre le società si occuperanno anche della prefabbricazione dei massi in calcestruzzo».
Durante la firma del contratto lei ha parlato dell’emozione di un momento così importante
«Mentre si firmava c’era un certo tremore nella penna, perchè realmente per la prima volta in Italia si fa un’opera così complessa in opere marittime. Le vedevo fare nelle nazioni accanto all’Italia: Francia, Spagna e addirittura in Portogallo, mai in Italia. Questa cosa è buon indice che, finalmente, anche in Italia si investe nelle infrastrutture e nelle infrastrutture marittime e si è in grado di fare opere così complesse. Come imprese italiane le facciamo solo all’estreo, invece in Italia facciamo spezzatini e piccole opere complementari. L’emozione nasceva da questo, anche da ingegnere marittimo».