LIVORNO “Il Water front è quell’area dove si attua il rapporto tra acqua e terra, è questo un concetto ambiguo. E’ anche un luogo dove si verifica un rapporto in crisi dal punto di vista antropologico, perché terra e mare è come una coppia a rischio”. Lo dice Francesco Karrer, ordinario di Urbanistica alla Sapienza di Roma, già commissario dell’Autorità portuale di Napoli, nel spiegare il significato del water front come quel lembo di terra dove si incontrano i due elementi, mare e terra, luogo dove spesso si determinano situazioni di crisi territoriale, sociale, ambientale. Il tema attorno al quale si è sviluppata la conferenza, promossa dal Propeller Club di Livorno è quello del water front livornese nella relazione tra porto e città, organizzata dalla presidente Maria Gloria Giani Pollastrini.
Esistono tanti tipi di water front spiega Karrer, perché la fascia costiera è il luogo del multi uso: “La percentuale urbana del water front generalmente è un segmento piccolo ma localmente importantissimo. Poi possono esserci anche i due estremi che sono l‘occupazione immobiliare di questo oppure l‘occupazione portuale-industriale”. Per esempio a Napoli ci sono le aree industriali dismesse come le zone dove la natura predomina oppure l’occupazione urbana, come del resto a Livorno dove c’è la compenetrazione di spazi diversi come quelli urbane, c’è la natura e le zone industriali. “I nostri porti non sono adeguati alle normative internazionali per questo il water front può essere anche una interazione difficile, come una coppia in crisi“, siega Karrer, “Le navi con il motore acceso che creano inquinamento acustico e da fumi di scarico. “Oggi il tema ambientale deve diventare trainante nello sviluppo del water front”.
L’iniziativa del Propeller nasce anche per diffondere lo studio e la proposta avanzata da parte dell’Authority portuale e dell’Amministrazione comunale di Livorno per far riconoscere “il Sistema dei fossi di Livorno come patrimonio mondiale UNESCO”. Franco Massa, Urbanista, ha realizzato questo studio sul sitema dei fossi livornesi ed è intervenuto sull’argomento per illustrarne i molti aspetti: “Stiamo proponendo Livorno come capofila delle città con porti cioè un sito seriale con altre tre città marittime spagnole: Cartagena, Cadice e Mahon che hanno delle analogie con Livorno”. Per ricevere l’importante riconoscimento da parte dell’UNESCO, l‘Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, non è facile spiega Massa “perchè è necessario rientrare in alcuni parametri per la valutazione finale e il nostro paese può presentare all’anno solo una proposta ci sono infatti ancora 40 proposte di siti che attendono una valutazione”.
Sul tema water front livornese è intervenuto il Comandante dell’Accademia Navale di Livorno Pierpaolo Ribuffo illustrando il progetto di adeguamento normativo e di sviluppo edilizio dell’Auditorio dell’Accademia Navale. L’edificio situato sul lungomare livornese a causa dell’inadeguatezza normativa non può ospitare un pubblico esterno all’Accademia, ma se fosse interessato da un processo di riqualificazione edilizia “Potrebbe rappresentare un valore aggiunto per la città”, spiega il comandante Ribuffo, “Obiettivo dell’Accademia Navale è infatti anche la condivisione di questa struttura con la cittadinanza, di mettere al servizio questo patrimonio con la città e il porto”. L’Auditorio potrebbe quindi diventare un centro per convegni e conferenze aperto anche al pubblico esterno rispetto all’Accademia Navale.
Numerose le autorità in sala tra le quali: il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, per l’AdSP di Livorno e Piombino il presidente Stefano Corsini, il segretario generale, Massimo Provinciali, il dirigente ufficio studi Gabriele Gargiulo, le dirigenti Francesca Marcucci e Patrizia Innocenti, il presidente di Asamar Enrico Bonistalli, il presidente nazionale di Fedespedi, Roberto Alberti, il questore di Livorno Orazio D’Anna, il direttore generale del Corpo Piloti dei Porti italiani Cino Milani, Stefano Silvestrini, agente marittimo,.