Fondo di ripresa aumenta a 222,9 mld – Porti, i progetti e le risorse

Palazzo Chigi

La bozza conclusiva del PNRR presenta una novità, le risorse mobilitata sono aumentate a 222,9 miliardi – Progetti e le risorse per infrastrutture e porti.

Lucia Nappi

Giornata decisiva, stasera il Consiglio dei ministri, fissato ieri dal premier Conte, dovrà approvare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sull’impiego del Recovery Plan – Next generation Eu – che dovrà essere presentata a Bruxelles.
La bozza del Piano, ieri, è stato consegnato ai ministri e ai leader di partito. L’iter adesso prevede l’esame del Consiglio dei ministri, poi sarà la volta di Parlamento e Istituzioni Europee.

Intanto la bozza del Recovery Plan presenta una novità: le risorse mobilitata sono aumentate non sono più dei 209 miliardi di euro, ma ammonta a 222,9 miliardi e inclusi i Fondi di Coesione si arriva 310 miliardi.
Il fulcro del Piano resta il capitolo su rivoluzione verde e transizione ecologica, a seguire innovazione e digitalizzazione (crescita un po’ a 46 miliardi). Anche più risorse sul Lavoro (7,1 miliardi) poi fiscalità per il Sud, assunzioni di giovani e donne. Raddoppiano le risorse per la Sanità da 9 a quasi 20 miliardi, oltre 500 milioni in più per Istruzione e ricerca che arrivano a 28,4 miliardi. Il Piano sarà anche accompagnato da una serie di riforme.

Alla voce “INFRASTUTTURE per una modalità sostenibile” si prevedono globalmente 31,98 miliardi suddivise su due misure:

  • 28,30 miliardi  per  “ALTA VELOCITA’ FERROVIARIA E MANUTENZIONE STRADALE 4.0”: Le proposte di interventi infrastrutturali e tecnologici consistono nel: Puntare all’alta velocità e alla velocizzazione della rete per passeggeri e merci – Completare i corridoi ferroviari TEN-T – Completare le tratte di valico -Potenziare i nodi e le direttrici ferroviarie – Colmare il gap infrastrutturale Nord-SUD per le regioni del Sud.
  • 3,68 miliardi  per “INTERMODALITÀ E LOGISTICA INTEGRATA: La missione ha l’obiettivo di sviluppare un sistema portuale competitivo su tutto il territorio nazionale – Potenziamento della competitività del sistema portuale italiano in una dimensione di sostenibilità e sviluppo delle infrastrutture intermodali sulla base di una pianificazione integrata e realizzazione dei collegamenti di ultimo miglio dei porti – Sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico dei porti (Green ports); – Digitalizzazione della catena logistica e del traffico aereo – Riduzione delle emissioni connesse all’attività di movimentazione merci-
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Al Progetto integrato Porti d’Italia vanno 3,32 miliardi così suddivisi:
2,10 miliardi
per “Porti e intermodalità collegati alle grandi linee di comunicazione europea e nazionali e per lo sviluppo dei porti del sud”;
1,22 miliardi per Green ports e cold ironing;

A Digitalizzazione aeroporti e sistemi logistici, vanno 360 milioni 

Sul Progetto integrato Porti d’Italia fanno la parte del leone i due porti di Genova e Trieste:
– Realizzazione della nuova Diga Foranea di Genova;
– Progetto Adriagateway per il potenziamento del sistema logistico del Porto di Trieste;
Per gli altri porti nazionali le linee di intervento si ritrovano nella pianificazione strategica inserita nel piano Italia Veloce:
– Porti del sud e ruolo nei traffici intra mediterranei, ZES;
-Ultimo miglio ferroviario e stradale (Porti di Venezia, Ancona, Civitavecchia, Napoli, Salerno);
-Resilienza Infrastrutture a cambiamenti climatici (Porti di Palermo, Salerno, Manfredonia, Catania e Venezia);
-Accessibilità Marittima (Porti di Vado Ligure, Civitavecchia,Taranto,Marina di Carrara, Napoli e Salerno e Brindisi)
– Aumento della capacità portuale: Porti di Venezia, Ravenna, La Spezia, Napoli, Trapani e Cagliari;
– Efficientamento energetico e ambientale: Porti dello Stretto di Messina.

 

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