Il comparto portuale strategico per l’economia nazionale, è la premessa del Position Paper presentato da FISE-Uniport al mondo politico, indicando obiettivi e proposte “di sistema” necessari nell’immediato e al medio-lungo periodo. “Riforme e opere previste dal PNRR un’occasione storica rilanciare la centralità strategica del nostro Paese”
ROMA – Lavoro, regolamentazioni, concessioni terminalistiche, semplificazioni, sviluppo sostenibile delle infrastrutture. Sono questi i temi principali su cui si focalizza il Position Paper realizzato da Uniport, l’associazione che rappresenta le imprese portuali che occupano oltre 4.000 lavoratori, con un fatturato di oltre 1 miliardo di euro e movimentano circa il 60% dei containers dei nostri porti. Il documento, reso pubblico oggi, è al centro di una serie incontri istituzionali che proseguiranno nelle prossime settimane, con rappresentanti delle istituzioni, media e stakeholder del mondo portuale.
Il Position Paper – che indica obiettivi e proposte “di sistema” con una visione che va oltre il breve periodo, insieme a proposte di interventi necessari nell’immediato, dai rappresentanti dell’associazione al presidente della Commissione Trasporti della Camera – Salvatore Deidda, alla sottosegretaria al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – Vannia Gava e al sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e Trasporti – Tullio Ferrante.
“Obiettivo del documento e degli incontri istituzionali che abbiamo avviato in questi giorni”, evidenzia Federico Barbera – presidente UNIPORT, “è sensibilizzare il nuovo governo e il nuovo parlamento sulle opportunità che il nostro Paese ha oggi davanti a sé e sulla strategicità degli hub portuali per il futuro sviluppo del Paese. A patto di riuscire a sfruttare efficacemente gli straordinari investimenti messi in campo in questa fase storica e di realizzare le necessarie riforme per una semplificazione e modernizzazione del quadro normativo. Non ci sono imprese portuali senza porti, ma non ci sono porti senza imprese. Ne siamo convinti”.
Il Position Paper si concentra su sette diversi capitoli: “Lavoro” – “Regolamentazione e costi” – “Procedure e costi delle concessioni terminalistiche” – “Efficientamenti della regolazione” – “Le infrastrutture portuali e di rete” – “L’ambiente” – “Revisione dell’ordinamento portuale”.
In particolare, in materia di lavoro, UNIPORT ritiene essenziale una adeguata formazione e aggiornamento dei lavoratori e sostiene il riconoscimento normativo delle caratteristiche “usuranti” a specifiche attività portuali: l’incidenza crescente di lavoratori con inabilità parziali incidono oggi in modo significativo sull’organizzazione del lavoro delle imprese e sulla capacità di fornire servizi.
L’associazione chiede, inoltre, la semplificazione delle norme e un sistema di costi coerente con le regole di mercato del settore; tutti elementi che appaiono indispensabili per garantire competitività e sviluppo all’intero sistema logistico nazionale.
In tema di concessioni terminalistiche, l’associazione auspica vengano definiti in tempi brevi criteri omogenei e oggettivi, finalizzati all’assegnazione e al rinnovo delle concessioni, alla determinazione della loro durata, alle modalità di trasferimento degli impianti al nuovo concessionario, all’individuazione dei limiti dei canoni concessori, all’individuazione delle modalità tese a garantire la concorrenza, all’esercizio dei poteri di vigilanza e controllo.
Nel position paper si evidenzia poi come sia oggi necessario il superamento e la risoluzione delle duplicazioni di compiti tra diversi enti (MIT, ART, AdSP, Autorità Marittima e ASL) e la garanzia di tempi certi di risposta da parte delle Pubbliche amministrazioni.
Un focus conclusivo del documento riguarda infine le infrastrutture portuali e di rete.
“Guardiamo con grande interesse ai molti progetti previsti dal PNRR e dal PNC, auspicando il rispetto della tempistica ed eventuali interventi di semplificazione e velocizzazione, qualora emergessero criticità, soprattutto con riferimento agli interventi di dragaggio” – Consnclude il presidente Barbera – “Vanno rafforzate le connessioni tra i porti e le grandi direttrici stradali e ferroviarie per colmare il deficit (in alcuni casi addirittura la totale assenza) dei collegamenti ferroviari dei porti del Mezzogiorno e per collegare alle aree europee al di là dei confini”.