Il Canale di Suez, raddoppiato nel 2015, continua a rappresentare uno snodo strategico per i traffici marittimi mondiali mercantili; il 9% del commercio internazionale del globo transita per questa grande via di passaggio; oltre 900 milioni di tonnellate di merci all’anno e più di 17.500 navi sono stati gli ultimi record del canale che nel 2019 compirà 150 anni.
Queste le considerazioni affrontate nel nuovo studio SRM-Alexbank su “Effetti del raddoppio del Canale di Suez | Analisi su traffici, indicatori di competitività, i cambiamenti della BRI e il ruolo delle Free Zone“. Lo studio, spiega il direttore di SRM Massimo Deandreis, mette in luce: “Come il raddoppio del Canale stia gradualmente cambiando gli assetti mondiali del trasporto marittimo soprattutto lungo la rotta Est-Ovest; negli ultimi 16 anni il traffico dal Sud Est Asiatico verso il Med è aumentato del 61%, dato che va letto insieme alla crescita del traffico da e verso il Golfo (+200%) dove molto interscambio commerciale ha come destinazione finale la Cina. Suez, inoltre, non è solo una via di passaggio strategica ma rappresenta un modello di sistema portuale che integra aree dedicate alla manifattura industriale ad investimenti in tecnologie. E’ un esempio da cui possiamo mutuare metodologie e strategie anche per le nostre Zone Economiche Speciali e rendere così più competitivo il nostro sistema portuale.
Lo studio si suddivide in quattro sezioni:
Analisi del traffico per tipologia di merci, navi, settori;
Comparazione degli indicatori internazionali di competitività marittima dei paesi Mena e di come essi sono variati a seguito del raddoppio del Canale;
Analisi dell’impatto della grande iniziative cinese Belt & Road sui traffici del Mediterraneo in funzione dell’apertura del Canale;
Struttura della SCZ-Suez Canal Zone mettendo in risalto le principali caratteristiche che rendono la “zona” e il connesso sistema portuale appetibile agli investitori e gli investimenti ad ora realizzati.