Porti, Logistica e Shipping, la formazione guarda alle nuove tecnologie

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Spediporto,  Botta: «In Europa 5-6 milioni di lavoratori rischiano di uscire dal mercato del lavoro perchè rimasti indietro nelle nuove tecnologie» – Assiterminal, Ferrari: «Dobbiamo  comunicare se vogliamo essere attrattivi nei confronti dei giovani» – «Questo è un mondo del lavoro che ha ancora grandi margini di occupazione».

Lucia Nappi

LIVORNO – La formazione e il mondo dell’occupazione legata alle attività logistiche, portuali e dello shipping è il tema affrontato dalla tavola rotonda nell’ambito degli Stati Generali Mondo Lavoro del MARE a cui hanno partecipato i rappresentanti del settore.

Il direttore di Spediporto, Giampaolo Botta è intervenuto delineando lo scenario della logistica sotto il profilo della formazione e in rapporto alla digitalizzazione: «Il futuro della logistica è legato all’evoluzione delle nuove tecnologie» – ha spiegato Botta – «che oggi sono diventate padrone della scena internazionale, come nell’e.commerce i grandi player (Google, Amazon, Alibaba…) »
«La sfida digitale nella logistica porta al confronto con nuove tecnologie come: Internet of Things, intelligenza artificiale, big data, block change, 5G».

STATI UNITI E EUROPA

Secondo i grandi analisti (McKinsey ed altri) c’è un forte rischio di fuoriuscita dal mercato del lavoro da parte dei profili professionali che non si aggiorneranno rispetto alle nuove tecnologie e ai modelli di automazione. Secondo alcuni studi: il 47% dell’occupazione totale degli Stati Uniti è ad alto rischio di fuoriuscita dal mercato, mentre il 9% sarà esclusa sicuramente dal mercato del lavoro.

La situazione in Europa vede 5-6 milioni di lavoratori che sono a rischio di uscire dal mercato del lavoro perchè rimasti indietro rispetto al livello di evoluzione delle competenze digitali.
In Europa ci sono 169 milioni di persone tra i 16-74 anni di cui il 44% non possiede competenze digitali di base.
Dato allarmante che denota che una grande parte di popolazione non soddifa l’evoluzione del mercato del lavoro. Necessario pertanto intervenire sulla formazione delle competenze digitali che devono essere accesibili a tutti, anche attraverso processi di Reskilling di aggiornamento delle competenze ma anche di di UPSkilling ovvero di aumento delle competenze.

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L’Italia si confronta con un mercato internazionale, l’interrogativo con cui si dovranno confrontare le aziende – conclude il direttore di Spediporto – è come poter aggiornare i propri dipendenti, ma al contempo come l’azienda stessa, si possa implementare a livello tecnologico per sostenere la concorrenza dei Paesi dove la tecnologia è molto avanzata.
«Genova ha tutti gli ingredienti per sostenere l’impatto della tecnologia e di proporsi come modello di sviluppo di sinergie tra il mondo della logistica e della tecnologia di cui il 5G».

Di un approccio verticale al tema della formazione ha parlato il direttore di Assiterminal Alessandro Ferrari, guardando da vicino il mondo del lavoro portuale e dello shipping

«Le aziende hanno grandissime necessità di fronte ai forti cambiamenti – in ambito di digitalizzazione e automatizzazione»- «ponendo un forte gap tra la pianificazione (degli investimenti e degli scenari di business) il mercato e gli strumenti da adottare».
Riguardo agli strumenti questi «vanno accompagnati da nuove impostazioni di approccio al lavoro, qualora questo non avvenga il rischio è l’inefficienza nel rapporto costi-benefici e di sdradicare l’approccio lavorativo in settori a forte manualità e contatto diretto con la vita del business. Riferito ai settori dello shipping, della portualità e dell’autotrasporto».

Ferrari annuncia la conclusione di una Analisi dei Bisogni formativi dalla quale è emerso da parte di tutti i soggetti  (formazione e mondo del lavoro) il forte bisogno di reskilling, ma anche «di essere accompagnati nella transizione verso nuove figure professionali maggiormente accentuate sugli aspetti digitali».

Questi processi dovranno accompagnare i ragazzi, anche, attraverso un sistema degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) che offra strumenti di maggiore collegamento con il mondo del lavoro, aprendo alle imprese ed avvicinandosi alla formazione specialistica, fattore che può dare contributi concreti per entrare nel mondo del lavoro.

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Le strategie da perseguire, spiega Ferrari, partono – «dal cambiamento  del paradignma della comunicazione. Esisteranno sempre meno professionalità dove necessiterà la fatica fisica, ma sempre più professionalità dove maggiore sarà il match tra sostenibilità (data dalla digitalizzazione) e processi organizzativi». Conclude Ferrari: «Dobbiamo essere in grado di comunicare se vogliamo essere attrattivi nei confronti dei giovani» – «Questo è un mondo del lavoro che ha ancora grandi margini di occupazione».

 

 

 

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