Logistica, Tragedia di Biandrate – Conftrasporto, Uggè scrive al premier Draghi

Paolo Uggè
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Tragedia di Biandrate: il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè scrive al Premier Draghi. “Un contributo a quella necessità di ‘fare luce sui fatti’ invocata dallo stesso presidente del Consiglio”, spiega Uggè.

“Esistono regole, e normative, per evitare comportamenti di dubbia dignità per uno Stato civile. Ma non sempre sono applicate”, esordisce il presidente di Conftrasporto, che guida anche la Federazione degli Autotrasportatori Italiani, e che nella lettera elenca ruoli e responsabilità all’origine delle tensioni nel settore. Eccoli, punto per punto:

Il conducente

È evidente che il conducente del camion ha commesso un grave errore, del quale dovrà rispondere. Forse era legato a orari delle consegne che gli imponevano di trovarsi al punto successivo di carico/scarico, e questo può aver inciso sulla decisione di far procedere il mezzo. Comunque un uomo ha perso la vita e in queste situazioni tutto il reso passa in secondo piano.

La responsabilità del sindacato autonomo

Tra i corresponsabili a mio avviso c’è il sindacato autonomo che ha indetto lo sciopero a livello nazionale. Ai blocchi a Biandrate c’erano lavoratori provenienti da diverse parti d’Italia e la scelta del sindacato potrebbe anche essere stata volta a ottenere un riconoscimento della propria rappresentatività per competere con i sindacati confederali storici. Mi chiedo se valga la pena mettere a repentaglio l’incolumità delle persone per il riconoscimento di una rappresentatività considerata importante dal sindacato, forse meno dai lavoratori (sembra che gli organizzatori dimentichino che i lavoratori sono forti se uniti e non se divisi).

La rappresentanza della categoria

Il tema della rappresentanza tocca anche la parte imprenditoriale. Sappiamo che esistono soggetti che con la cooperazione non hanno molto a che vedere. Talvolta queste realtà non rispettano i contratti, gli obblighi contributivi, sottraggono commesse a imprese o cooperative che operano correttamente, sottopagano i soci che, in molti casi, sono reclutati tra gli immigrati. Questi ultimi, per mantenersi, accettano condizioni legate al numero di consegne effettuate. Un lavoro a cottimo vietato e irregolare, come previsto da leggi nazionali ed europee.
Punto di riferimento per la rappresentanza è l’Albo degli autotrasportatori, parte del dicastero delle Infrastrutture. Per potervi accedere ci vogliono precisi requisiti, che vanno verificati dal Ministero. La rappresentanza, quindi, dovrebbe derivare direttamente dalla presenza o meno delle società nell’Albo, e compito del ministero delle Infrastrutture è quello di verificare.

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Il controllo del rispetto delle regole

L’ultimo punto è legato ai controlli, previsti per legge ma poco attuati. C’è un decreto che prevede il coinvolgimento di tutti i componenti della filiera logistica qualora in incidenti si verifichino decessi o feriti gravi. L’auspicio è che questi atti d’ufficio vengano realmente eseguiti.
“Alla luce di tutto questo, forse si dovrebbe pensare di aggiungere alla ‘Mobilità Sostenibile’, da tutti condivisa e associata al ministero delle Infrastrutture, anche il termine ‘Sicura’”, conclude il presidente di Conftrasporto.

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