La ferrovia, il ministro e l’accordo che forse non c’è

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LIVORNO- Mancano una manciata di ore all’inaugurazione del nuovo terminal intermodale Darsena Ovest, l’intervento che vede la realizzazione della nuova stazione ferroviaria e il nuovo collegamento ferroviario tra la banchina Ovest della Darsena Toscana del porto di Livorno e la linea Tirrenica Nord che consentirà l’arrivo e la partenza di treni merci lunghi fino a 750 metri, favorendo l’incremento del traffico merci su ferro da e per il porto. 

L’intervento rientra nel più ampio riassetto ferroviario della Darsena Toscana, tra cui è previsto anche il raddoppio del raccordo Darsena Toscana Tirrenica (raddoppio ed elettrificazione dei rami dalla stazione Calambrone fino al Terminal Darsena Toscana). Il progetto dal punto di vista logistico è unico in Italia collegando la banchina alla direttrice Tirrenica Nord, che è la più importante linea ferroviaria, merci e passeggeri, di collegamento tra l’Alto Tirreno e Roma (Genova – Pisa – Livorno – Roma)  che corre parallelamente lungo tutta la costa tirrenica, costo dell’operazione 40 milioni di euro.

Per l’occasione  il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio interviene insieme al presidente della Regione Enrico Rossi, alla presenza del commissario dell’Authority livornese, Giuliano Gallanti, l’amministratore delegato e direttore generale di Rete ferroviaria italiana, Maurizio Gentile e il sindaco della città, Filippo Nogarin.

In questa giornata tutta l’attenzione è puntata sul ministro dal quale tutti attendono il nome del futuro presidente dell’Autorità di Sistema, dei porti di Livorno e Piombino. Ma ad oggi l’accordo ancora non c’è, secondo voci ufficiose, trapelate e poi rimbalzate lungo la costa tirrenica, il Governatore Rossi non sembra accettare le candidature del ministro. E’ immaginabile che la Regione tiri a se per l’individuazione di un candidato vicino agli ambienti fiorentini, piuttosto che un presidente di provenienza ministeriale. Nell’ottica della riforma portuale dove la governance è espressione di un processo accentramento, soprattutto nei porti di rilevanza nazionale, il ministro spinge per avere una squadra di super manager e alti funzionari pubblici dalla comprovata affidabilità, da qui i nomi dei due ingegneri romani, Ferrante e Corsini, rimbalzati alle cronache in queste ulime 48 ore.

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Tuttavia la maxi darsena Europa rappresenta la piattaforma per il rilancio della Toscana, per la quale Rossi ha aperto i cordoni della borsa regionale per un totale di 250 milioni di euro, pertanto difficilmente si limiterà a mettere il “placet” su una decisione su cui non sia d’accordo.

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