Di Marco: “Livorno è in un’impasse, stiamo perdendo tempo”/INTERVISTA

Parla l’Ammiraglio Vincenzo Di Marco per 2 anni a capo dell’Autorità marittima della Toscana: “Da Livorno me ne vado con il rammarico di non vedere concluso un percorso. Abbiamo dato tanto, facendo in modo che il porto marciasse, talvolta sostituendoci anche ad altri”.
 
di Lucia Nappi
 
LIVORNO – “Due anni fa si parlava di Piano regolatore, era stato approvato e adottato, si diceva che la sfida sarebbe stata costruire la Piattaforma Europa: attirare investitori e traffici. Ma noi dobbiamo ancora arrivarci a questo e due anni sono passati”. Parla con un tono di rammarico il Contrammiraglio Vincenzo di Marco che è stato a capo della Capitaneria del porto di Livorno e alla guida della direzione marittima della Toscana dal settembre 2015 fino a venerdì scorso quando ha ceduto l’incarico al parigrado Giuseppe Tarzia.
 
La sua nuova destinazione è al Comando generale di Roma, a capo del IV reparto, alla gestione dei mezzi aeronavali della Guardia costiera. Uno dei cinque ruoli più importanti del Corpo delle Capitanerie di porto-Guardia costiera in tutta Italia.
L’attenzione di tutti si è concentrata su i due bandi: Piattaforma Europa e Porto di Livorno 2000”, continua l’Ammiraglio parlando del porto di Livorno e del suo lavoro dal settembre 2015, “nel frattempo dobbiamo mantenere i traffici attuali o addirittura aumentarli, garantendo agli investitori che sono anche gli armatori, le migliorie per trattenerli fino a quando ci sarà la piattaforma Europa. Questo riguarda i container, i ro-ro, e i cargo in generale. Per i passeggeri è un altro discorso”.
 
Ammiraglio, che tipo di migliorie?
“Piccoli escavi, piccola pulizia dei fondali, il piccolo arredo portuale, le rifiniture delle banchine, la localizzazione di determinate concessioni per non creare nocumento e intralcio ai traffici. Questo permette di far crescere e mantenere il traffico”. 
“Il concetto della sicurezza produttiva, quale valore aggiunto che non è un limite, questa è la safety. Il comandante di una nave che arriva e vede la banchina dotata di giusti parabordi, della rifilatura, il giusto spazio per lanciare i cavi, le bitte di un certo tipo, è felice di andare in un porto così.
Bisogna correre dietro progetti importanti, ma bisogna correre molto di più per i progetti minori che sembrano banali, ma che nel loro insieme costituiscono il porto. Poi gli accordi tra terminalisti sono altri aspetti che il mercato regola e su cui la gestione di un porto commerciale può avere influenza.”
 
Questo è stato fatto?
“Se questo se è avvenuto non so dirlo. L’Autorità marittima in questi due anni ha fatto in modo che il porto di Livorno crescesse e avesse un ruolo importante nel panorama del Tirreno. Se a Livorno non fosse stato così non avremmo avuto così tante navi. Nel 2016 abbiamo fatto entrare in porto 7 mila navi, con 14 mila movimenti, credo che il numero sia superiore a quello delle navi che ha interessato il porto di Genova. Se parliamo di volumi di traffici, chiaramente Genova ha numeri superiori a Livorno.”
 
Quali altri elementi devono essere portati a compimento?
“A Livorno per tantissimi anni è stato trascurato il ferro, a vantaggio della gomma.
L’interesse su Livorno è di più armatori, compagnie di container e di merci, i molti motivi di interesse sono molti tra cui la nostra centralità nel Tirreno. E’ necessario coinvolgere gli armatori. La figura dell’armatore è cambiata, al contempo è terminalista e agente marittimo. Le alleanze tra le grandi compagnie internazionali possono cambiare, perché sono soggette al mutare degli interessi commerciali del prodotto. A Livorno ne sono prova le dinamiche che hanno interessato il Terminal Darsena Toscana e il Terminal Lorenzini. Basta che si sposti l’interesse della merce da altre parti e un porto finisce. Indipendentemente se un porto ha Piattaforme, perché se l’armatore non ha certezza dell’investimento se ne va.” 
 
Parliamo della Piattaforma Europa quindi?
“Se faccio un bando, ma lo devo ridiscutere, come è successo per la Piattaforma Europa, probabilmente l’investitore sta ancora alla finestra prima di metterci il naso, oppure va da un’altra parte.”
 
Nei mesi scorsi girava voce che non ci fosse ancora stata alcuna manifestazione di interesse?
L’Autorità di Sistema ha in mano questi aspetti che escono dalla nostra competenza. Noi le leggiamo o le annusiamo. Il perché lo andrei a chiedere.
Un porto come Livorno che era già gemellato con Piombino, prima ancora della riforma portuale! Invece ci troviamo in una impasse di decisioni: il passaggio alla nuova Autorità di Sistema e all’applicazione normativa della nuova Autorità, la nomina del presidente, il Comitato di gestione. Credo che in questa situazione le autorità preposte al porto devono fare la loro parte e l’Autorità marittima la sua parte l’ha fatta. 
 
Alla prima riunione del Comitato di gestione, la scorsa settimana, a cui era presente non c’è stata la nomina del segretario generale. Anche questo è un’impasse?
Si discuteva del regolamento del Comitato stesso, questo deve essere una mera ripetizione di quello che dice la legge, di cosa può fare il Comitato. Se qualcuno si inventa che possa fare altre cose… Io l’ho precisato, l’Autorità marittima fa quello che c’è scritto nella legge, non quello che c’è scritto nel regolamento. Io voto su tutte le materie di competenza, non su parte di quelle competenze. Il tiro è stato aggiustato”.
 
Sulla nomina del segretario generale non c’è stato un accordo tra le parti?
“Dopo si è parlato di segretario generale ma io non voto su questo perché non è un problema di sicurezza safety e security, il mio è solo un parere che può essere ascoltato. I tempi si sono allungati e questa sospensione farà riflettere tra coloro che dovevano votare. Si arriverà a un Comitato di gestione votato. Ognuno è artefice delle sue azioni. Noi stiamo solo perdendo tempo”.
Me ne vado con il rammarico di non vedere chiudersi questo cerchio. Abbiamo dato tanto, facendo in modo che il porto marciasse nonostante questo impasse, a volte sostituendoci noi ad altri. Mi sarebbe piaciuto vedere come andava. Osservare da lontano non è la stessa cosa.”
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