- Prevedere forme di ristoro per le attività economiche interessate dalle limitazioni.
- Rivedere l'orario di chiusura dei ristoranti alle ore 23.00, con il solo servizio al tavolo; per i bar prevedere la chiusura alle ore 20.00.
Sono queste alcune delle richieste che la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome rivolge al premier Giuseppe Conte riguardo alle misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, contenute nella bozza al Dpcm 24 ottobre 2020, anticipata ieri, e per la quale oggi si dovrebbe pervenire all'annuncio del testo definitivo.
In una lettera indirizzata premier Giuseppe Conte e ai ministri della Salute, Roberto Speranza e degli Affari Regionali, Francesco Boccia, a firma del presidente delle Giunte regionali e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, si legge:
«Con riferimento allo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri,
concernente “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19”, vista l’urgenza di procedere ai sensi dell’articolo 3, comma 1, del decreto legge 6 del 3 febbraio 2020, esprimo il parere, salvo successiva ratifica in Conferenza, nei termini di cui alle allegate osservazioni.
In via generale, si fa rilevare la necessità di prevedere adeguate forme di ristoro per i settori e le attività economiche interessate dalle limitazioni introdotte dal provvedimento oggetto del presente parere, mediante la contestuale attivazione di specifici tavoli di confronto con i Ministeri competenti.
Osservazioni al DPCM del 24 ottobre 2020
1) Si richiede l’estensione della didattica a distanza fino al 100% per le scuole
secondarie superiori e per le università.
2) Al fine di rendere sostenibile il lavoro delle ASL/Regioni in tempo di emergenza
riducendo il carico di lavoro dovuto alle difficoltà nel contact tracing si dovrebbe
destinare i tamponi (molecolari o antigenici) solo ai sintomatici e ai contatti stretti (familiari e conviventi) su valutazione dei Dipartimenti di prevenzione e si dovrebbe riservare la telefonata giornaliera per i soggetti in isolamento o quarantena a specifici casi su valutazione dell’operatore di sanità pubblica.
3) Prevedere l’orario di chiusura per i ristoranti alle ore 23.00, con il solo servizio al tavolo; per i bar prevedere la chiusura alle ore 20.00 ad eccezione degli esercizi che possono garantire il servizio al tavolo. Eliminare l’obbligo di chiusura domenicale.
4) Eliminare all’art.1, comma 6 lettera f), il riferimento “impianti nei comprensori
sciistici”.
5) Prevedere nel fine settimana la chiusura dei centri commerciali, con eccezione di alimentari e farmacie.
Si sottopone, inoltre, all’attenzione del Governo, la necessità di:
- eliminare alla lettera r) le parole “previa comunicazione al ministero dell'istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali”, come già richiesto in occasione del DPCM del 18 ottobre 2020;
- valutare le chiusure relative a: palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri etc., anche valutando i dati epidemiologici di riferimento;
- prevedere nel DPCM un impegno da parte del Governo a ristorare le attività che hanno subìto limitazioni e/o chiusure›.