LIVORNO – In uno scenario economico ancora fortemente incerto, nonostante la forte ripresa del 2021 e le previsioni per il 2022, la produzione industriale italiana è stimata in forte caduta a gennaio, -1,3%, dopo -0,7% a dicembre e la contrazione è dovuta al caro-energia (elettricità +450% a dicembre 2021 su gennaio 2021) e al rincaro delle altre commodity, l’area Economia e Fisco di Confindustria Livorno Massa Carrara ha promosso iniziative volte ad illustrare le principali misure a sostegno delle aziende, derivanti dalla nuova Legge di Bilancio e dal PNRR.
La scorsa settimana si è tenuto un webinar molto partecipato, dedicato all’approfondimento delle principali misure di interesse per le imprese contenute nella Manovra 2022, organizzato in collaborazione con Confindustria, Confindustria Firenze, Unione Industriale Pisana e Confindustria Toscana Nord.
“L’evento di alta formazione ha costituto l’occasione per l’analisi delle principali misure fiscali di interesse contenute nel c.d. DL Fiscale e nella Legge di Bilancio 2022 – ha affermato il presidente di Confindustria Livorno Massa Carrara, Piero Neri – Si tratta, di una Manovra espansiva che cerca di tenere insieme l’obiettivo del contenimento degli impatti economico-sociali dell’emergenza con quello del rilancio degli investimenti per sostenere la ripresa post pandemica. Tuttavia, salvo alcune misure positive, gli interventi di più lungo periodo sulla crescita e sulla competitività del sistema industriale appaiono deboli e le principali scelte sono rinviate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”.
Ed è stato proprio il PNRR il tema al centro del secondo webinar, organizzato in collaborazione con Confindustria Toscana, Confindustria nazionale e Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Ha commentato il presidente Neri: “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una straordinaria opportunità di rilancio per il nostro Paese e deve essere l’occasione per salvaguardare e rafforzare la leadership industriale dell’Italia. Dalla manifattura dipende il 35% dell’occupazione e il 50% degli investimenti in ricerca. In altre parole, dalla tenuta della manifattura dipende quella economico-sociale del Paese, oggi, come la sua capacità di sviluppo negli anni a venire. L’utilizzo degli strumenti europei costituisce un bivio cruciale: se riusciremo a utilizzare in modo appropriato le risorse e a potenziarne l’effetto portando avanti riforme troppo a lungo rimaste ferme, allora avremo imboccato la strada giusta per risalire la china. Altrimenti, rimarremo un Paese in declino, con un enorme debito da ripagare”.