Il presidente di Federlogistica/Conftrasporto, Luigi Merlo, interviene sulla formazione di un ministero della Transizione Ecologica, proposta avanzata nelle ultime ore in fase di consultazioni per il nuovo governo Draghi. Federlogistica si dice favorevole all’idea qualora questo ministero andasse ad agire con forza sul Recovery fund, imprimendo un’impulso ad alcuni temi centrali quali: l’effetto del cambiamento climatico sul mare e sulle infrastrutture portuali, il rinnovo della flotta navale proiettandosi verso Lng e idrogeno e di quella camionistica, il potenziamento delle ferrovie e quindi della cura del ferro.
“Guai seri invece – specifica invece Merlo – se dietro questa nuova centrale operativa destinata a unificare le competenze del ministero dell’Ambiente, dei Trasporti, delle Attività Produttive “si desse ulteriore vigore a quell’ambientalismo di “ostruzione”, in questi anni si sono contrapposte senza trovare un punto di intesa” – “che non ha garantito serie politiche ambientali e che nello stesso tempo ha bloccato ogni forma di sviluppo e di adeguamento infrastrutturale del nostro Paese” Se così fosse, specifica Merlo – “si tratterà di un ministero burocratico e orientato solo a bloccare e si porrebbe un enorme problema per il Paese”.
“Siamo sicuri – conclude il presidente di Federlogistica – che il presidente Draghi se assumerà tale decisione individuerà un ministro e una struttura tecnica di altissimo profilo, capaci di affrontare questi temi con visione, competenza, privi di pregiudizi sui temi dello sviluppo. Ben sapendo in partenza che il sistema dei ministeri “per obiettivi” rispetto ai tradizionali dicasteri, cosa che Federlogistica auspica da tempo, potrebbe rendere indispensabile un serio ripensamento della riforma Bassanini e sdoganare da subito, come accaduto recentemente in Francia, il ministero dello sviluppo e della tutela del mare”.
