ROMA – Passato stamani al vaglio del Senato l’emendamento al Dl Semplificazioni sul Cold ironing, per l’eliminazione degli oneri generali di sistema per le forniture di energia elettrica alle navi attraccate in banchina, fattore che contribuirebbe alla diffusione del sistema di alimentazione elettrica per le navi ormeggiate nei porti del nostro Paese.
L’emendamento che punta a incentivare l’utilizzo del cold ironing nei porti italiani, è stato presentato dalla vice presidente del Senato Anna Rossomando (PD) e dal Senatore Andrea Ferrazzi (PD) facendo seguito all’approvazione, nel gennaio scorso, dell’emendamento al decreto Milleproroghe firmato dal vice segretario del PD Andrea Orlando.
Cold ironing
E’ il sistema che permette alle unità navali di spengere i motori durante la permanenza in banchina e di ricevere da terra l’energia necessaria alle molteplici funzioni di cui la nave necessita. Lo spegnimento dei motori porterebbe una riduzione delle emissioni di CO2 nei porti a beneficio anche delle città portuali che, generalmente in Italia, si trovano in area di confine in una convivenza talvolta difficile.
Per fronteggiare il problema dell’inquinamento derivante dalle navi, nella direzione di uno sviluppo economico sostenibile dal punto di vista ambientale, l’IMO (International Maritime Organization) ha stilato una Convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato da navi, nota come MARPOL 73/78. La qualità dell’aria delle città portuali è l’elemento che induce le comunità globali ad investire in ricerca per mettere appunto nuove tecnologie per contrastare il fenomento dell’inquinamento, tra cui appunto il sistema di elettrificazione delle banchine.
Il cold ironing sicuramente guarda alla direzione di uno sviluppo ecosostenibile dei porti e dell’industria dello shipping, ma ad oggi presenta anche dei limiti per il nostro paese e per alcuni settori dell’industria navale. E’ il caso dei porti di attracco delle navi da crociera, dove spesso si verifica che siano all’ormeggio più navi in contemporanea, vere e proprie città galleggianti con 4-5 mila ospiti a bordo, per un arco temporale ampio. E pertanto questo tipo di traffico richiederebbe un utilizzo di energia maggiore rispetto ad altre tipologie di navi.
Cold ironing, limiti del sistema
Il primo limite è l’alto costo che ne comporta. Questa tecnologia necessita sia dell’elettrificazione della banchina, che di un intervento diretto sulla nave per potersi allacciare alla rete. L’intervento sulla nave risulterà più oneroso se la nave è già costruita. I costi diminuiscono se la nave è in fase di progettazione.
Non in ultimo va considerato l’alto costo dell’energia elettrica in Italia che, fino ad oggi, ne ha limitato la diffusione.
La fonte di produzione dell’energia è un altro aspetto da valutare. Attualmente a livello nazionale, l’energia è generata nella quasi interezza dall’impiego di combustibili fossili e gas naturale in centrali termoelettriche. Pertanto l’elettricità nei porti sarebbe prodotta da combustibili, processo che vedrebbe emissioni di CO2 maggiori rispetto all’utilizzo del combustibile navale.
“Questa azione del Partito Democratico è coerente e coordinata con l’azione del Governo e in particolare della Ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli” – commenta in una nota il Dipartimento Nazionale Economia del Mare Partito Democratico all’avvenuto passaggio al Senato dell’emendamento – “per sviluppare l’infrastrutturazione elettrica dei porti, si veda ad esempio l’elettrificazione delle banchine di Genova e Savona finanziate nel mese di Agosto, e che si sta sviluppando a sostegno dei diversi porti italiani, anche in ottica di utilizzo delle risorse europee di next generation EU, per aumentarne l’efficienza e la sostenibilità”