La transizione energetica scorre sulle rotte dei green corridors

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La transizione energetica è forse la maggiore sfida che la società globale si trova ad affrontare. L’industria marittima è investita a pieno in questo processo che dovrá portare all’utilizzo su larga scala, giá dal prossimo decennio, di navi e combustibili a zero emissioni, per raggiungere la completa decarbonizzazione del settore marittimo entro il 2050. Un ambizioso obiettivo per il quale i green corridors potrebbero essere  determinanti. 

Il trasporto marittimo rappresenta l’80% del commercio globale, con previsioni future di forte crescita. Pertanto, se oggi il settore rappresenta circa il 3% delle emissioni totali di CO2, se non fosse attuata una efficace politica di transizione energetica, tali percentuali sarebbero destinate ad aumentare.
Riconoscendo la necessità di un’azione per il clima, l’Organizzazione marittima internazionale (IMO) ha imposto riduzioni delle emissioni del 50% per tutte le navi entro il 2050. Numerosi paesi, tra cui Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, così come diverse shipping companies hanno dichiarato l’obiettivo “net zero emission” entro questa data

Per raggiungere questi obiettivi, poiché le navi hanno una vita operativa di 20-25 anni, il settore dovrebbe attuare programmi completi a emissioni zero nel prossimo decennio.

Le tecnologie necessarie sono disponibili, ma dovrebbero essere implementate non solo su larga scala, ma anche a costi inferiori.
Infatti i carburanti a emissioni zero costano molto di più dei carburanti convenzionali, aumentando ad incidere pesantemente sul  costo totale del trasporto marittimo, tra del 40% ed il 60% a seconda della rotta.

Pertanto per il settore trovare soluzioni  rappresenta pertanto una sfida importante, sicuramente una strategia da perseguire è favorire la crescita dei “green corridors” – rotte commerciali specifiche tra i principali hub portuali in cui sono supportate soluzioni a emissioni zero.

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Promuovere e favorire la diffusione dei green corridors  permetterà di stimolare condizioni favorevoli alla decarbonizzazione, e sicuramente, la politica dovrà giocare un ruolo centrale tramite normative mirate, incentivi finanziari e norme sulla sicurezza.

Infine, i green corridors potrebbero avere effetto a catena sulle altre rotte, andando a ridurre le emissioni del trasporto, idealmente, questi corridoi sarebbero abbastanza ampi da includere tutti gli attori della catena logistica a partire dai  produttori dei nuovi carburanti, l’industria manifatturiera e le autorità di regolamentazione. Il coinvolgimento di tutti gli stakeholder della supply chain darebbe maggiore certezza ai produttori di fuel green ed un segnale forte ad armatori, cantieri navali e  produttori di motori per incrementare gli investimenti nel trasporto marittimo a emissioni zero, rendendo i rischi più accettabili per tutti i soggetti coinvolti.

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