Oggi, nel 1951, nasceva il primo computer commerciale della storia

UNIVAC I

70 anni fa naceva il primo computer commerciale della storia, si chiamava “UNIVAC I” – (Universal Automatic Computer I) –  grande quanto un armadio, per un peso di 13 tonnellate e un prezzo che si aggirava tra i 1,25 e 1,5 milioni di dollari. Fu acquistato e prodotto per il United States Census Bureau, l’Ufficio dei censimenti degli Stati Uniti d’America, agenzia del dipartimento del commercio US.
Esattamente il 31 marzo del 1951, gli ingegneri J. Presper Eckert e John Mauchly, consegnarono al Census Bureau UNIVAC I, il primo computer creato per monitorare il cosiddetto baby boom, ovvero il sostanziale aumento demografico che si verificò in America all’inizio degli anni Cinquanta, lo strumento fu messo in funzione il 14 giugno seguente. La curiosità è che i due ingegneri J. Presper Eckert e John Mauchly inizialmente rischiarono quasi la bancarotta, poiché il finanziamento del Census Bureau fu soltanto di 400,000 dollari e il costo totale di progettazione e costruzione dell’UNIVAC I arrivò a sfiorare 1 milione di dollari.

Successivamente però i produttori ne vendettero altre 46 unità, oltre che al governo americano, anche a General Electric, società privata che lo impiegò nella sua fabbrica di elettrodomestici di Louisville per la gestione dei libri paga dell’azienda e per il sistema di controllo degli inventari dei magazzini.

La pandemia Covid-19, dal febbraio 2020 ad oggi, ha accelerato il processo di transizione digitale dando un forte impulso alla crescita del  commercio elettronico. In ambito aziendale, con il diffondersi dello smart working, le aziende hanno aumentato l’acquisto di PC portatili da consegnare ai lavoratori in attività da remoto. Secondo i dati pubblicati dal Financial Times nel 2020 la vendita dei PC è aumentata a livello globale del 5%, con 275 milioni di unità vendute in più, il dato più alto degli ultimi 10 anni.

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La vera rivoluzione di UNIVAC I nel 1951, fu che per la prima volta nella storia un computer venne usato per l’elaborazione dei dati, e non solo per equazioni e calcoli complessi, funzione principale fino a quel momento. Inoltre, per la prima volta venne adottato il termine “automatico”: tutti i dati, sia numeri che lettere, erano immagazzinati e letti da un’unità a nastro metallica, senza il bisogno di inserire i programmi manualmente. Uno strumento del tutto innovativo e visionario che il New York Times chiamò “Il genio matematico alto 2,43 m”, in grado di registrare e classificare un cittadino medio in base al sesso, stato civile, istruzione, residenza e altre informazioni in un sesto di secondo.

Il 4 novembre 1952 per la prima volta nella storia un computer riuscì a prevedere la vittoria alle elezioni presidenziale di Dwight D. Eisenhower con un margine di errore dell’1%. Da quel momento gli americani presero realmente coscienza dell’importanza tecnologica di questa macchina, tanto che UNIVAC divenne la parola più comune per indicare i computer.

Ma cosa è cambiato in 70 anni nella gestione dei dati a livello commerciale? Si potrebbe dire che per la prima volta nella storia un computer abbia anticipato l’evoluzione che avrebbe preso il nome di Data Integration, ovvero un complesso processo di assimilazione, mappatura, spostamento e trasformazione dei dati, necessario a ottenere la loro elaborazione e il loro funzionamento. Oggi la digitalizzazione ha portato a un’esponenziale crescita della mole di dati che le aziende devono saper gestire in modo efficace e rapido. Da enormi computer si è passati a software in grado di gestire in modo intuitivo, dinamico e sicuro i dati. 

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«In 70 anni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti. L’UNIVAC I è stato sicuramente il precursore di questo movimento che oggi è fondamentale per gestire l’operatività delle grandi aziende del settore pubblico e privato» – ha dichiarato Stefano Musso, CEO di Primeur multinazionale italiana specializzata in Data Integration, che da oltre 30 anni fornisce i propri strumenti ad aziende nazionali e internazionali – «una gestione migliore dei dati vuol dire un maggiore incremento della produttività, del time to market e del servizio complessivo di un’azienda, oltre a permettere di prendere scelte più precise e rapide a livello di business management». 

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