Conforti: I terminalisti devono investire, altrimenti muoiono

MARCO CONFORTI, PIERO LAZZERI E LORENZO FORCIERI

GENOVA- I terminal sono cresciuti in Italia del 7%, nei paesi europei la crescita è stata invece del 5%. Questi i dati presentati da Marco Conforti presidente di Assiterminal, durante il Forum “Shipping & Intermodal Transport”, organizzato da Il Secolo XIX e da The Meditelegraph che si è svolto oggi a Genova a Palazzo San Giorgio. Le imprese terminaliste in Italia fatturano 1 miliardo, sono in atto tanti investimenti e altrettanti potenziamenti di infrastrutture, spiega Conforti: “A Savona il nuovo terminal, a Genova Voltri e l’ampliamento della Calata Bettolo, a Spezia i 100 milioni in infrastrutture, a Livorno parliamo della Darsena Europa. I terminalisti devono investire altrimenti muoiono, perché le navi sono sempre più grandi e le prestazioni son sempre più elevate. A Conforti incontrato a margine del Forum chiediamo di approfondire l’argomento:

Privati e pubblico come si muovono in questo settore?

“La risposta dei privati è: sono qui e devo migliorare, perché altrimenti vengono spazzato via. La parte pubblica rappresenta la parcellizzazione perché si è investito senza una regia in 24 scali. Questo è quello a cui si riferiva Negri, non ha senso se non c’è una forma di razionalizzazione degli investimenti pubblici. L’esempio concreto è che su 24 scali non si possono avere le connessioni ferroviarie, bisogna quindi dare delle priorità. Il corridoio che una volta si chiamava Rotterdam – Genova, guarda caso ora si chiama Reno – Alpi. Non so se la scelta è maliziosa, ma sembra proprio che si fermi in pianura padana senza arrivare in fondo. C’è quindi una esigenza di competere adesso per i privati e una richiesta di coordinamento sulle grandi decisioni”.

Come stanno andando le società terminalistiche?

“Alcune hanno bilanci che vanno molto bene, altre hanno bilanci medi, ed altre vanno molto male. Questo significa che c’è competizione, sono sempre troppi gli scali e sono i piccoli a soffrirne di più e in futuro lo sarà ancora di più. Perché nel processo di concentrazione delle navi sempre più grandi naturalmente significa che saranno premiati sempre i più grandi”.

LA RIFORMA PORTUALE

La discussione sulla riforma portuale prende corpo durante il Forum. Piero Lazzeri, presidente di Fedespedi, sottolinea: “Il fatto che si voglia arrivare a 13 porti, anziché 25, significa che bisogna fare sinergia che è l’unica soluzione”. Inoltre ricorda che il gap logistico del nostro paese è di 50 miliardi all’anno, una quantità di efficienza infinita da recuperare. Al presidente di Fedespedi chiediamo:

Come sta andando il vostro settore?

“Il settore non sta andando male anche se l’import è un po’ in sofferenza, ma in generale il settore sta tenendo bene, è tuttavia un settore che ha bisogno anche questo di assiemarsi perché è esasperatamente frazionato. Il processo di globalizzazione nel nostro settore sta vivendo il concetto della globalizzazione, ma c’è ancora molto da fare”.

I PORTI NORDEUROPEI

Non mancano i raffronti con i porti del nord Europa, sebbene secondo Lorenzo Forcieri, presidente dell’Autorità portuale di La Spezia, questo è un paragone inesistente, poiché obiettivo è di entrare in mercati contendibili e più ricchi, avendo prospettive di medio e lungo periodo, guardando però anche al quotidiano per essere “efficienti, affidabili e credibili”, sulla credibilità ringrazia il governo Renzi per averci restituito credibilità, elemento importantissimo per il mercato internazionale. A Forcieri chiediamo:

Come commenta l’intervento di Luigi Negri sul frazionamento dei porti dell’Alto Tirreno?

“Dico a Negri che se troviamo un posto dove fare un porto come Rotterdam in Italia chiudiamo subito tutti e facciamo un porto come Rotterdam. Ma siccome questo posto non lo troviamo, allora dobbiamo cercare di essere efficienti il più possibile. Poi anche sulla base della logica dei porti del nord Europa, dico collaborazione e competizione. La collaborazione non deve mai mortificare, abbattere e annullare la competizione., meglio se facciamo diventare tutti delle eccellenze”.

Giovanni Pettorino, commissario del porto di Genova, da molti indicato come successore di Merlo alla guida dell’Authority genovese, sul tema del confronto europeo dice, “La conformazione geografica del nostro paese è totalmente diversa da quella di Rotterdam. Se voi viaggiate nell’ultima carrozza di un treno a Rotterdam, e vi affacciate, vedrete sempre la prima carrozza in testa al treno. Avete mai provato a farlo in Italia? Non è possibile perché noi abbiamo gallerie, curve promontori”.

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