di Lucia Nappi
LIVORNO – “Lo scalo di Livorno è una destinazione matura del turismo crocieristico, ovvero i numeri delle presenze turistiche sono buoni ma stabili, perché negli anni non sono cresciuti. Il porto e la città hanno una potenzialità inespressa”. E’ quanto emerso dalla ricerca ‘Il crocierismo a Livorno e il suo impatto economico sulla Toscana”, presentata in Fortezza Vecchia durante il convegno “Welcome to Livorno port for Tuscany” promosso da Porto di Livorno 2000, Autorità Portuale Mar Tirreno settentrionale, Camera di Commercio Maremma e Tirreno, Irpet e Toscana Promozione Turistica e Regione Toscana.
Lo studio prodotto da Enrico Conti, ricercatore Irpet, prende in analisi i dati del settore dal 2000 a 2016 e apre un focus sul 2016 avvalendosi delle interviste condotte su un campione di 2288 passeggeri scelti casualmente sul totale dei turisti di navi da crociera sbarcati a Livorno in quell’anno.
Secondo lo studio nel complesso l’attività crocieristica ha prodotto nel 2016 una spesa da parte dei crocieristi, degli equipaggi e di coloro che investono nel settore di circa 52,2 milioni di euro producendo oltre 470 posti di lavoro. Ricade nell’area labronica ben il 49% della spesa (pari a 25.7 milioni di euro) che determina circa 142 unità di lavoro.
Esiste un mercato potenziale di passeggeri, ancora non pienamente sfruttato, sia nel segmento delle crociere low cost sia nel segmento del lusso, ma esistono anche delle criticità nel comfort e nell’accoglienza del turista in arrivo a Livorno, oltre che nell’integrazione tra il porto e l’offerta turistica del territorio.
Nell’indagine relativa al 2016, il 46% degli intervistati si è fermato almeno per qualche ora nella città proseguendo poi per altre destinazioni toscane, il 31% ha visitato Livorno esclusivamente e non è andato altrove, il 64% comunque quando è sceso dalla nave si è fermato a Livorno almeno per mezz’ora.
“Chi scende dalla nave e si ferma a Livorno spende poco” – spiega Enrico Conti a margine del convegno- “se ci fossero più crociere home port molti passeggeri potrebbero rimanere a Livorno più a lungo, pernotterebbero prima e dopo l’imbarco e sbarco, esprimerebbero una domanda di beni e servizi sul territorio più rilevante che ricadrebbe positivamente sull’economia della città che tuttavia, avrebbe bisogno di sviluppare servizi a terra che oggi non ci sono pienamente”.
La vicinanza con luoghi di eccezione, raggiungibili in poco tempo, come Bolgheri e Volterra, risponderebbero “alla domanda di turismo esperienziale, elemento fortemente emergente nel fenomeno delle crociere. Sono tuttavia questi dei luoghi marginali, nelle offerte dei tour da parte dell’armatore. Manca un’offerta del territorio veicolata direttamente dalle compagnie” – continua il ricercatore- “che incontri una domanda che potenzialmente c’è”.
Dallo studio emerge la presenza di nicchie di mercato che potrebbero essere maggiormente esplorate: il turismo europeo, potenzialmente ampliabile grazie alla vicinanza con l’aeroporto di Pisa che ha una forte offerta di collegamenti low cost con tutta Europa. Il turismo giovane extraeuropeo con un potere di spesa molto elevato.
La strategia è quella globale di fare di Livorno un porto-città, integrando l’offerta della città con quella del porto in sinergia. La funzione dei crocieristi in sintonia con quella dei residenti e per tutti la valorizzazione delle aree storiche, del porto storico, la riqualificazione del waterfront, l’utilizzo a fini turistici dei fossi, la riqualificazione del quartiere Venezia e l’aumento del decoro in città.