Grandi navi fuori da Venezia, ma per andare dove? La guerra dei porti adriatici a colpi di tariffe

Grandi Navi Venezia

La città lagunare è divisa tra sostenitori e detrattori del traffico crocieristico che approda in centro storico. C’è il rischio che le navi da crociera abbandonino la laguna per dirigersi verso altri porti anche esteri.

di Massimo Bernardo

VENEZIA – Sul tema delle grandi navi a Venezia non si placa la turbolenza. La Città è divisa tra chi denuncia con puntuali, programmate manifestazioni pubbliche il catastrofico impatto dei cosiddetti “giganti del mare” con la pur fragile realtà lagunare, dall’altra chi sta invece strenuamente difendendo il proprio posto di lavoro ( oltre 4000 anime n.d.r.) sperando che prima o poi si possa definitivamente trovare una soluzione di compromesso per non penalizzare una così importante risorsa.

In realtà dal famoso decreto Clini-Passera ad oggi tra ordinanze e apparentemente risolutivi algoritmi della Capitaneria, documenti del Comitatone, ipotesi progettuali per nuove location del terminal per le grandi navi, tra ricorsi e flash mob, se ne sono viste di tutti i colori! Una sequenza di fatti e misfatti che all’osservatore attento potrebbe apparire come una malcelata strategia per togliere al porto di Venezia uno dei principali core business della sua attività. E se è vero come è vero che l’home port di Venezia è il riferimento per tanti altri scali adriatici è altrettanto vero che nessuno di questi porti ha fino ad ora mosso un dito anzi, probabilmente legittima, c’è una strabiliante corsa per accaparrarsi singole toccate o addirittura le stesse compagnie di navigazione offrendo ponti d’oro e probabilmente tariffe competitive rispetto al porto lagunare.

Ciò detto veniamo alla cronaca di questi giorni e alle esternazioni del ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli alle quali a stretto giro risponde il presidente dell’Autorità Portuale di Sistema dell’Adriatico Settentrionale Pino Musolino chiedendo al neoeletto ministro un incontro urgente. In realtà le esternazioni del ministro riportate anche dalla stampa di settore e nelle prime pagine dei quotidiani locali fanno notizia ma anche fanno riflettere e preoccupano chi era convinto che, credendo in buona fede a quanto emerso dall’ultimo Comitatone, (n.d.r. in tre anni le grandi navi sarebbero state dirottate in un nuovo terminal nel canale Nord di Porto Marghera) aveva già avviato studi e progetti per conseguire l’obiettivo.
Dunque un fulmine a ciel sereno nella placida laguna veneziana che oggi si infiamma nella tristemente nota bagarre tra sostenitori e detrattori del traffico crocieristico che approda alle banchine dogali di Marittima in centro storico.

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Dunque una brutta pagina di storia nel porto della sempre meno Serenissima se più che sterili e devastanti annunci non si saranno date al più presto certezze, in primis alle compagnie crocieristiche che, in assenza di tali certezze potrebbero, come saltuariamente è già avvenuto, dirottare le loro prue su altri porti vicini o anche esteri e poi a chi difende il proprio posto di lavoro, da chi opera nei servizi tecnico nautici fino ai portabagagli ecc.ecc… Per ora resta solo l’attesa per il faccia a faccia tra Musolino e Toninelli mentre, allo stato dell’arte, è legittimo porsi qualche domanda: Venezia vuole o no il proprio porto oppure dichiarerà la resa restando indifferente a giochi di potere o ai malefici interessi di altrettanti “prenditori”? Dal MOSE all’escavo dei canali, ma solo per citarne alcune, quante criticità potranno ancora penalizzare lo sviluppo della portualità lagunare?

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