Covid-19 / Musolino: «Costa Victoria, non sbarcherà a Venezia»- Santi, crociere: «Numeri non drammatici»

Pino Musolino

L’emergenza covid- 19 costringerà l’industria crocieristica a rivedere i propri modelli di business? – Intervengono Pino Musolino, presidente AdSP di Venezia e Alessandro Santi, presidente Assoagenti Veneto.

Lucia Nappi

VENEZIA – «Non arriverà a Venezia la nave Costa Victoria» – prevista per il 28 marzo nella città lagunare -«ma arriverà probabilmente in un porto del Tirreno. Ha già superato lo stretto di Messina ed è avviata verso il centro del Tirreno, sicuramente non verrà nell’Adriatico», l’annuncio viene dato da Pino Musolino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Mare Adriatico Settentrionale, durante la conferenza stampa on line che ha riunito virtualmente i principali operatori portuali, trasportistici, terminalistici del territorio Veneto, per fare il punto sull’attività dei porti di Venezia e Chioggia nell’emergenza Covid-19.
La nave da crociera ‘Costa Victoria,’ pertanto, con 1.400 persone a bordo tra passeggeri ed equipaggio, diretta verso i porti del Tirreno centrale, probabilmente Napoli o Civitavecchia, proviene dalla Grecia, dove si era appreso che una passeggera, durante una sosta a Creta, era stata ricoverata all’ospedale di Heraklion perchè risultata positiva al Covid-19.
«Abbiamo risolto “quel” problema» – sottolinea pertanto Musolino in riferimento a Costa Victoria, sebbene facendo riferimento alla normativa che non sottrae i porti dalle loro responsabilità- «il decreto a firma del ministeri Infrastrutture e Salute, il 125 del 19 marzo, prevede regole puntuali per i porti italiani che devono accogliere le navi italiane battenti bandiera nazionale, quindi le navi Costa, con o senza la presenza di casi Covid» – continua il presidente dell’Authority – «Però abbiamo suggerito al Governo di deviare le navi da crociera in territori meno sotto stress»- inteso dal punto di vista della tenuta del sistema sanitario del territorio veneto già “zona  rossa” dall’8 marzo – «Anche se non possiamo chiaramente chiamarci fuori, ma è una regola di buon senso».

Crocierismo, modello di busiuness da rivedere?
Forse tutta l’emergenza covid- 19 costringerà anche l’industria crocieristica a rivedere i propri modelli, sostiene Musolino con un affondo duro nei confronti del settore:  «Il fatto di non aver smesso di caricare passeggeri in queste settimane, con una crisi globale già aperta da un paio di mesi deve far riflettere» –  conclude  «probabilmente è la dimostrazione che il modello di business delle navi da crociera in Europa va rivisto». 
Riguardo alle partenze delle navi da crociera di Costa previste ad aprile da Venezia? Ne segue una risposta vaga da parte del presidente del porto: «stiamo cercando capire le disposizioni nazionale per cercare di coordinre il tutto».

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Sulla questione dell‘industria crocieristica interviene il rappresentante degli agenti marittimi, Alessandro Santi, presidente Assoagenti Veneto, specificando che Costa ha dichiarato, già dal 13 marzo, la chiusura di qualsiasi attività commerciale fino a tutto aprile, confermando che la compagnia non è intenzionata ad andare a Venezia neppure con le prossime navi che devono ancora rientrare e con passeggeri a bordo– «il porto era nel calendario originario di Costa Victoria, non è stata una scelta premeditata» – ma non appena resisi conto della situazione – «è stato naturale trovare una soluzione alternativa» specifica il rappresentantre degli agenti marittimi. «Costa è un operatore italiano che ha sempre rispettato il territorio e le situazioni veneziane» –ne è conferma il periodo dell’acqua alta-«la compagnia non ha toccato la città di Venezia».

Per le navi è un diritto trovare un porto
Il riferimento alla normativa da parte di Santi è quindi cardine centrale di una visione dalla parte anche armatoriale «la norma italiana, da  la possibilità e la necessità per i porti italiani, sino al 4 aprile, di accogliere le navi italiane, i passeggeri che sono a bordo possono avere bisogno di assistenza, non si può pensare che le navi possano vagare,  è loro diritto trovare un porto». Per Costa Victoria e per i passeggeri e gli equipaggi che sono ancora a bordo, la soluzione è l’approdo in un porto del Tirreno centrale, probabilmente a Napoli o Civitavecchia.
Il rappresentante degli agenti marittimi lancia un monito: attenzione a non demonizzare l’industria crocieristica «dimensionare bene i casi delle navi» – «la valutazione dei numeri non è drammatica» poichè in situazioni di normalità, «ogni giorno solcano i mari tra le  300-320 navi da crociera con a bordo 600 mila passeggeri» – questi i numeri delle navi iscritte all’associazione Clia -«ma quelle che  hanno avuto problemi sono state un numero limitato». Si è vero concorda Santi  «l’industria crocieristica europea si dovrà ripensare, come per il turismo in genere» –  ma i numeri in questo momento vanno tenuti presenti con le giuste dimensioni.

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