PSA Italy, Ferrari: «Facciamo investimenti a lungo termine per essere competitivi a lungo termine»

Intervista al ceo di PSA Italy, Roberto Ferrari: «Gli investimenti stanno andando avanti perché crediamo nell’Italia e nel mercato italiano»
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GENOVA – «Siamo lo specchio di quello che succede all’industria italiana, se questa cresce dello 0,1% la crescita dei contenitori è quella. Un terminal può crescere di più magari per le riorganizzazioni delle Alleanze, ma quello è il volume dei contenitori in Italia, dunque la crescita è basata sulla situazione dell’industria e noi ne siamo lo specchio».

A dirlo è Roberto Ferrari, amministratore delegato di PSA Italy, primo operatore terminal container gateway in Italia, la società che movimenta il 25% dei volumi nazionali di contenitori in import ed export. Ferrari è intervenuto per Corriere marittimo a margine del PSA Italy Christmas Cocktail, il consueto incontro pre-natalizio dell’azienda, quest’anno svolto a Palazzo Ducale. Preceduto dalla conferenza stampa, tenuta la mattina stessa negli uffici del terminal di Pra’.

Al centro della conversazione il rilancio del Piano industriale con l’investimento privato da parte della società, 1 miliardo di euro destinato ai due terminal genovesi, Psa Genova Pra’ e Psa SECH, facendo seguito ad un periodo “sfortunato” due anni di stand-by obbligato dal commissariamento dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, oggi sbloccato dall’arrivo del presidente, Matteo Paroli.

Come si chiude l’anno, quale è la situazione dei vostri terminal?

«Abbiamo delle aziende sane che lavorano bene. A Venezia abbiamo una situazione particolare, non cresciamo solo noi ma anche l’altro terminal, per cui è una crescita strutturale del porto, è un segnale positivo vuol dire che nel nord est la situazione è abbastanza buona» – Il riferimento è all’industria del nord est nazionale – «Anche questo è un altro segnale positivo che cogliamo nel mercato.
Avendo situazioni positive in Italia il Gruppo ha deciso di fare nuovi investimenti di lavorare per avere l’ammodernamento degli impianti, avere gli aggiornamenti tecnologici per nuovi equipment, infatti la settimana prossima arriveranno le prime gru, sia a Pra’ che a Venezia».

Si tratta della consegna delle 6 nuove gru E-RTG completamente elettriche, prodotte da ZPMC, destinate al terminal genovese di Pra’, e 3 gru sempre dello stesso tipo per il terminal veneziano PSA Venice-Vecon, parte di un piano destinato a migliorare l’efficienza dei piazzali e ridurre in modo significativo l’impatto ambientale.

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«La prossima settimana» – continua il ceo di PSA Italy –«imbarcheremo a Shanghai altre 2 gru di banchina per il SECH e altre 6 gru di piazzale per Pra’. Perciò gli investimenti stanno andando avanti perché comunque crediamo nell’Italia e nel mercato italiano».
PSA SECH, dopo aver completato il percorso di remotizzazione del nuovo equipment ferroviario KUNTZ, inaugurato ad aprile 2025, si prepara per le 2 nuove gru ship2shore, previste arrivare a febbraio 2026.

Parlando degli investimenti: per il Piano industriale a che punto siamo? Il presidente Paroli intervistato da Corriere marittimo ha parlato di “due mesi”, ci spiega meglio?

«Abbiamo presentato il Piano già lo scorso anno, abbiamo perso due anni veramente sfortunati con l’Autorità di Sistema: commissariamenti, cambi di commissari, tutte le vicende che si sanno. Ora finalmente abbiamo un presidente con cui ci siamo dati un obiettivo di due mesi, in cui viene studiata la pratica per poi entrare nel go-live, nei lavori reali. perché alcuni lavori impattano anche l’Autorità di Sistema. Dobbiamo fare dei dragaggi, dunque abbiamo bisogno di collaborare e anche di interloquire con l’’Autorità di Sistema.»

Avete chiesto anche l’interlocuzione del governo e della politica su questo Piano di investimenti

«Si, avendo una cifra così importante»– 1 miliardo di euro– «sarebbe un investimento di importanza strategica a livello nazionale, comunque dovrebbe essere coinvolto anche il governo. Ma rimane che la cifra, il miliardo, è nostra cioè nel senso messa dalla società privata e che servirà appunto per un aggiornamento tecnologico per dare futuro agli impianti, per renderli competitivi a lungo termine. E’ nel DNA della nostra organizzazione fare investimenti a lungo termine per avere impianti competitivi a lungo termine».

Avete annunciato che in questo anno si è verificata una progressiva concentrazione dei volumi su navi di dimensioni maggiori. In ottobre, secondo gli indici Drewry, nel porto di Genova le navi hanno avuto tempi di attesa di quasi tre giorni. C’è una correlazione?

«Questo fenomeno del gigantismo si è ancora amplificato dopo che è stato cambiato il modello dal Far East passando per il Sud-Africa. Anche quest’anno abbiamo avuto meno toccate con più volume per ogni singola toccata, questo ovviamente crea continui picchi e flessi, crea problemi ai terminal ma soprattutto alla catena terrestre: ai trasportatori e ai ferroviari.
Ma abbiamo anche un altro fenomeno, perché ora non è più solo il trade del Far East e della Cina. Con il nuovo set up della logistica, dove sta crescendo il Mediterraneo, stanno crescendo altri mercati perché si sono creati agli altri centri di produzione di mercato.

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Prima la logistica era diventata troppo fragile, qualsiasi cosa accadesse laggiù, aveva un impatto anche qua. Allora sono stati fatti dei centri nell’est Europa per il mercato europeo e per il nord Africa, mentre in Centro America o in Sud America per gli Stati Uniti. Vediamo navi grandi non meno di 24 mila teu in Africa, o di 16 mila teu per il Sud America, questo fenomeno del gigantismo navale sta continuando anche su trade che prima erano considerate secondarie e ora stanno diventando primarie.
L’area che cresce di più al mondo è l’Intra-Asia e la seconda è l’Intra-Mediterraneo, è un trend che va avanti da alcuni anni e probabilmente continuerà anche nei prossimi anni».

La situazione del commercio internazionale è sempre più instabile e voi terminalisti dovete gestire situazioni di grande instabilità.

«Purtroppo abbiamo delle rigidità perché abbiamo bisogno di programmare a lungo termine le risorse, però abbiamo a che fare con questo mercato che è sempre più discontinuo. Anche se ora gli armatori stanno tentando timidamente di sistemare le cose, però se riaprirà Suez, avremo in modo importante un altro periodo e un’altra disruption per risistemare tutti i network che ricreerà un altro momento di congestione, per risistemare di nuovo tutta la catena logistica con un altro set-up, con un’altra configurazione completamente diversa».

 

Nelle foto che seguonooAlcuni momenti del “PSA Italy Christmas Cocktail” svolto il 3 dicembre a Genova, presso il Palazzo Ducale

Roberto Ferrari
Roberto Ferrari, ceo PSA Italy,

 

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da sin. Il presidente di PSA Italy, Marco Conforti, l’assessore alle Politiche dell’Occupazione Regione Liguria, Simona Ferro, il ceo di PSA Italy, Roberto Ferrari.

 

PSA ITaly 2 PSA Italy, Ferrari: «Facciamo investimenti a lungo termine per essere competitivi a lungo termine»
Alcuni momenti della serata
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