Tirrenia, De Micheli «sulle isole, operativi altri armatori» – Ribatte Messina: «Tirrenia prima a lasciare, altri potrebbero seguire»

Tirrenia Onorato

ROMA – Sulla vicenda che ha visto nella giornata di ieri lo stop immediato dei collegamenti con le isole maggiori da parte di Tirrenia, decisione assunta dal Gruppo Onorato a fronte del sequestro conservativo dei conti correnti di Tirrenia CIN da parte di Tirrenia AS. Non si fa attendere la replica a Vincenzo Onorato dei ministeri MIT e il MISE che precisano “la decisione è stata assunta dall’organo commissariale in autonomia e indipendenza di giudizio, sulla scorta di un parere favorevole reso da parte del Comitato di Sorveglianza, organo che – come noto – tutela le ragioni e la posizione del ceto creditorio, nonché a valle di alcuni recenti provvedimenti giurisdizionali. I due ministri, De Micheli e Patuanelli,  fanno sapere che convocheranno urgentemente il collegio commissariale e Tirrenia CIN, in maniera tale che possano essere adeguatamente contemperati – e se possibile tutelati – tutti gli interessi in gioco.

Dura la risposta della ministra delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, che replica ad Onorato “in questa fase critica per il Paese, in emergenza COVID-19, attraverso l’operatività di altri armatori non ci saranno problemi di trasferimento delle merci, in particolare alimentari e farmaceutiche, e di collegamenti con la Sicilia, la Sardegna e le isole minori e che, in caso di particolari necessità o imprevisti, si attuerà un piano straordinario per tutti i collegamenti.

A distanza di poche ore arrivano le dure reazioni dal presidente di Assarmatori, Stefano Messina, che in una lettera  alla ministra De Micheli, lancia un monito ben chiaro:”Tirrenia è la prima compagnia di navigazione ad aver dovuto sospendere i servizi di collegamento tra le isole maggiori e minori e la terraferma” – dice« Messina- tra poco potrebbero seguire anche altre società, visto che nonostante la lettera inviata al Governo il 25 marzo scorso nessuna misura è stata presa per sostenere le imprese che in questo mese hanno perso oltre il 90% dei ricavi pur continuando a sostenere tutti i costi operativi. Anzi, per la verità, questi sono addirittura aumentati”.

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“Tirrenia – fa sapere  Messina – ha dovuto prendere la sua decisione dopo che i commissari liquidatori della vecchia bad company hanno chiesto il sequestro conservativo dei conti correnti di Tirrenia-CIN nonostante fosse stata data loro disponibilità a fornire garanzie di pagamento di quanto ancora dovuto alla società in amministrazione straordinaria. Ma al di là del merito delle questioni giuridiche, è evidente che bloccare i conti societari in questo momento di gravissima crisi di liquidità per il settore significa rendere impossibile ogni operatività e di conseguenza bloccare i collegamenti con la Sicilia, la Sardegna e le Tremiti ed impedire il flusso di merci vitali non solo per le popolazioni interessate ma per l’intero Paese”. “La drammatica situazione in cui si sono trovati oggi gli amministratori di Tirrenia potrebbe a brevissima scadenza riguardare tutti gli altri armatori impegnati nella gestione dei trasporti passeggeri e merci sulle rotte italiane”.

Nella sua lettera alla Ministra delle Infrastrutture e Trasporti, Messina ricorda infatti che le “comprensibili misure di contenimento del contagio virologico” hanno comportato per chi gestisce i servizi di collegamento con le isole maggiori e minori, “un calo degli incassi per il trasporto dei passeggeri pari ad oltre il 90% nel mese di marzo sul corrispondente periodo dell’anno scorso” e l’azzeramento completo delle prenotazioni per il periodo estivo, facendo mancare “quel flusso di liquidità che permetteva alle compagnie di mantenere le linee operative nella bassa stagione, un periodo tradizionalmente connotato dall’assenza di clientela turistica e pertanto retto sostanzialmente sulla sola mobilità dei residenti sulle isole e sulle prenotazioni dei turisti”.

Tutto ciò ha messo le imprese del settore “in enorme difficoltà poiché, se da una parte v’è l’esigenza di mantenere il regolare, anche se ridotto, servizio di continuità territoriale per merci e passeggeri oltre che per far fronte alle situazioni di emergenza, dall’altra, le imprese, in assenza dell’assunzione di idonee misure di sostegno da parte dello Stato, non sono più in grado di affrontare gli impegni assunti verso il mercato ovvero verso lo Stato e le regioni interessate laddove esistano rapporti di convenzione in essere”. Nonostante questa situazione fosse stata chiaramente esposta al Governo nel precedente messaggio – rimarca Messina nella sua lettera – la mancanza di misure compensative o comunque di sostegno al settore è stata “confermata dalla lettura degli emendamenti proposti dal Governo al testo di conversione al Decreto Cura Italia ancora oggi privi di alcun sostegno a un settore ancor più strategico, in queste drammatiche circostanze, di quello aereo che ha già beneficiato di misure finanziarie a compensazione dei danni subiti dalle imprese impegnate nei servizi di interesse generale”, la conseguenza è una sola: il mantenimento dei servizi di collegamento non può essere più garantito. Eppure “esistono strumenti già attuati (vedi l’articolo 79 del DL 17 marzo 2020, n. 18) a cui abbiamo chiesto urgente accesso nell’attesa che si concretizzino gli strumenti previsti dal dall’art. 57 dello stesso Decreto”, ma quel che conta “è il tempismo poiché il settore non è in grado di mantenere le navi e le linee operative”. Di qui la richiesta alla Ministra De Micheli “di attivare con assoluta urgenza i suoi poteri e quelli del suo Governo per garantirci quel supporto di cui il Paese e le nostre aziende hanno indefettibile bisogno per scongiurare il blocco delle operazioni di trasporto, blocco che potrebbe avvenire anche a breve e senza preavviso aggravando la crisi in cui il settore già versa anche a cagione della debolezza strutturale di alcuni dei suoi più grandi operatori che già oggi sono impossibilitati a continuare le attività”.

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