Spedimar, l’affermarsi della professione di spedizioniere a Livorno e nascita giuridica

Andrea Addobbati

LIVORNOSpedimar, associazione fra le imprese di Spedizioni internazionali e di logistica, ha festeggiato il 70esimo compleanno con un convegno ed una cena di gala organizzata a Palazzo Pancaldi a Livorno. Ad accogliere gli associati, le istituzioni e i rappresentanti del cluster marittimo-portuale -logistico è la presidente dell’associazione, Gloria Dari tracciando la rotta per gli spedizionieri livornesi “dal passato al presente guardando ad un futuro che è già in atto”.

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Lo storico Andrea Addobbati, professore di Storia moderna, Università di Pisa, è intervenuto parlando della figura dello spedizioniere durante la storia, l’affermarsi della professione e la sua nascita dal punto di vista giuridico nel contesto della città di Livorno e in Italia.

“La professione è sempre esistita di fatto, poichè le spedizioni, via mare e via terra, ci sono sempre state, ma in termini storici quella dello spedizioniere è una professione relativamente giovane” nata due secoli fà dal punto di vista giuridico, ha spiegato Addobbati.

“Lo spedizioniere esisteva, di fatto, dai tempi della rivoluzione commerciale del Medioevo, 1200-1300, quando i mercanti smisero di imbarcarsi per seguire le merci nei mercati, e quando si venne a creare una rete fiduciaria per cui era possibile creare dall’altra parte del mare qualcuno con cui fare affari e di cui fidarsi”.

La nascita della professione di spedizioniere

Secondo la ricostruzione nel testo “Spedizionieri a Livorno” di Vittorio Marchi, (edito nel 1998) in tempi recenti appare una professione indipendente. – Spiega Addobbati – La prima attestazione del nome è del 1600, secondo cui lo spedizioniere è il sollecitatore della Curia Pontificia di Roma, una sorta di “sbriga faccende della corte Pontificia”.

Le prime attestazioni del nome “spedizioniere” in termini attuali, invece, si trovano ai primi dell’800. In una lettera commerciale Ugo Foscolo affida 4 copie del manoscritto “Le ultime lettere di Jacopo Ortis” ad uno “spedizioniere” – come scrive in un appunto Foscolo – perchè vengano recapitate all’editore.

A Trieste appare per la prima volta un libro (1793): “Il mentore perfetto per i negozianti” che è un manuale di commercio, un trattato di pratica mercantile scritto da Andrea Metrà, nel quale si presenta, come novità, il mestiere di spedizioniere parlandone in termini di una professione nuova, che all’epoca, esisteva solo ad Amsterdam.

Come una figura specializzata che esonera i mercanti a prendersi in carico il problema delle spedizioni, dando la possibilità al mercante di limitare la corrispondenza con i soci in affari. In questo manuale si distingue tra spedizionieri di mare e di terra.
Ma ancora non basta perchè occorre ancora un quadro legale che permetta alla professione di espandersi ed affermarsi.

A Livorno
“La professione a Livorno compare a fine ‘700, – spiega Addobbati – “se ne trova traccia nel trattato “delle Assicurazioni marittime” del livornese Ascanio Baldasseroni trattato di sistemazione del diritto assicurativo, caposaldo del diritto assicurativo alla pari di altri trattati francesi, inglesi”.
“Ma per capire come nasce la professione di spedizioniere a Livorno, bisogna capire come funzionavano le tasse di negozio di fine ‘700” – sottolinea lo storico – per questo è utile la stampa di questo periodo che rappresenta “Il negoziante di banco che ascolta e dà commissioni ai mezzani” e dedicata a Giovanni Calamai console a Livorno dell’imperatrice di tutte le Russie. Questa stampa descrive accuratamente i giovani di banco, apprendisti, il negoziante, il contabile”.

Periodo napoleonico
La vera svolta per il riconoscimento dal punto di vista giuridico della professione di spedizioniere a Livorno, avviene durante il periodo napoleonico, quando tra il 1809 e il 1814 appare la prima codificazione della professione. Napoleone ha  incorporato la Toscana alla Francia come mossa strategica nel conflitto contro l’Inghilterra: “Vuole sigillare le terre”, dice Addobbati – “per impedire che le merci del contrabbando inglese filtrino attraverso il porto di Livorno e arrivino in Toscana e più in generale in Italia. L’obiettivo di Napoleone è provocare il collasso economico dell’Inghilterra” – “La necessità è pertanto quella di inglobare la Toscana e quindi il porto di Livorno, in modo che non sia più vulnerabile. Vengono in questo periodo acquisite da Livorno le leggi francesie tra queste “Il codice di commercio”.

“La vera rivoluzione è rappresentata dalla codificazione che, con chiarezza di regole, viene data una nuova regolamentazione alle professioni di mediatori, sensali di trasporto, intermediari del trasporto offrendo inoltre un quadro legale dell’indipendenza della professione dello spedizioniere”. Tale Codice manifesta la nascita della professione dello spedizioniere anche a Livorno, attraverso il riordino napoleonico delle leggi francesi.”

Lucia Nappi

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