Navi e marittimi pedine dei conflitti geopolitici – Ancora sotto fermo in Iran le due petroliere greche

Delta Poseidon

Le associazioni degli armatori mondiali e europei – International Chamber of Shipping ICS ed European Community Shipowners’ Associations (ECSA) sono intervennute in merito al sequestro delle petroliere battenti bandiera greca “Delta Poseidon” e “Prudent Warrior” avvenuto il 27 maggio scorso nel Golfo Persico da parte delle Forze militari iraniane.

Entrambe le petroliere sono state abbordate dai contingenti del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane mentre erano in navigazione. Insieme alle navi sono stati sequestrati gli equipaggi, che tuttavia sarebbero in buone condizioni di salute, in tutto 49 marittimi, di cui 10 cittadini greci, un cipriota e 38 filippini.

ICS ed ECSA in una nota congiunta hanno pertanto chiesto una risoluzione rapida e diplomatica con il rilascio delle navi e dei membri dell’equipaggio. «La navigazione commerciale è un importante facilitatore del commercio internazionale e tutti i paesi devono garantire il passaggio sicuro delle navi mercantili ai sensi della libertà di navigazione e del passaggio inoffensivo ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (UNCLOS)» – hanno scritto ICS e ECSA.

Guy Platten, segretario generale, ICS, ha dichiarato: “Il nostro è un settore internazionale, pertanto, è fondamentale che i nostri marittimi non diventino pedine nelle strategie politiche. La sicurezza e il benessere dell’equipaggio e delle navi rimangono la priorità ed è importante salvaguardarli da tali incidenti”.

Sotiris Raptis, segretario generale, ECSA , ha dichiarato: “Seguiamo con grande preoccupazione l’inaccettabile sequestro di due navi greche nel Golfo Persico. La libertà di navigazione nell’ambito dell’UNCLOS e il diritto dei nostri marittimi a svolgere i propri compiti in sicurezza sono principi chiave che devono essere rispettati. Chiediamo il pronto rilascio delle navi e dei loro equipaggi”.

Il sequestro delle due navi sembra essere una ritorsione contro le Autorità greche che il mese scorso avevano fermato la petroliera russa ‘Pegas’ battente bandiera iraniana, a causa delle sanzioni  UE -USA contro l’Iran e la Russia, con a bordo 19 marittimi russi ed un carico di petrolio iraniano. La nave ‘Pegas’ era tra le cinque navi designate da Washington il 22 febbraio scorso, due giorni prima dell’invasione russa dell’Ucraina, per le sanzioni contro Promsvyazbank, la banca che ha un ruolo strategico per il settore della difesa russo. La Pegas è stata successivamente rilasciata, mentre per il carico è stato confermato il sequestro, situazione che ha creato tensioni diplomatiche con l’Iran.

Il ministero degli esteri iraniano ha  dichiarato che le due navi greche erano state sequestrate a causa di “violazioni”, senza approfondire quali siano tali violazioni. Tuttavia, altre fonti hanno fatto sapere che  le petroliere sono state sequestrate come rappresaglia per il coinvolgimento della Grecia nell’azione avvenuta nei giorni precedenti riguardante appunto la petroliera Pegas e, per consentire agli Stati Uniti di confiscare il carico di petrolio iraniano in base alle sanzioni contro Teheran.

Un portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha fatto di tutto per sottolineare i legami storici del Paese con la Grecia e il rispetto per il suo “grande popolo”. Tuttavia, ha avvertito: “I nostri legami non devono essere ostacolati da errori di calcolo profondamente miopi, comprese le rapine in autostrada su comando di terzi”. Il governo greco rivolgendosi all’ambasciatore iraniano ad Atene, ha fortemente condannato le azioni iraniane, chiedendo il rilascio immediato delle due petroliere e dei loro equipaggi, definendo il loro sequestro come “atti di pirateria”.

Secondo gli Stati Uniti  – (United Against Nuclear Iran -UANI) l’organizzazione per il monitoraggio delle petroliere – la ‘Prudent Warrior’ trasportava del petrolio del Qatar e dell’Iraq, mentre la ‘Delta Poseidon’ era carica di petrolio iracheno.

L’incidente richiama quanto avvenuto nel 2019, quando l’Iran aveva sequestrato e accusato di violazioni marittime una petroliera britannica vicino allo Stretto di Hormuz il fatto avvenne due settimane dopo che le forze britanniche avevano fermato una petroliera iraniana vicino a Gibilterra, per violazioni delle sanzioni dell’Unione Europea, per il traspporto di petrolio per la Siria.

In quell’occasione gli iraniani negarono fermamente che l’azione fosse una rappresaglia per il sequestro al largo di Gibilterra. Alcuni membri dell’equipaggio furono rilasciati dopo alcune settimane anche se la petroliera fu liberata dopo due mesi, insieme all’equipaggio che era ancora a bordo.

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