Messina: «La logistica del GNL in Italia non esiste» gli armatori italiani si candidano per il trasporto marittimo

Stefano Messina

ROMA – La proposta e la concreta possibilità dello strutturarsi di una filiera logistica del GNL in Italia, a servizio della politica energetica che il governo sta attivando. È la proposta di cui Stefano Messina, presidente di Assarmatori parla all’Assemblea Annuale dell’associazione degli armatori nazionali ed europei con interessi in Italia. 

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«Una Filiera logistica che oggi non esiste»-specifica il presidente di Assarmatori, candidando  gli armatori nazionali al trasporto del gas naturale liquefatto con una proposta rivolta, nei giorni scorsi a Cassa Depositi e Prestiti.

«Le aziende a controllo pubblico recentemente hanno iniziato ad investire nei rigassificatori galleggianti, cosa che noi riteniamo intelligentissima» – precisa Messina – «con il mandato dell’esecutivo di stabilizzare l’importazione di GNL».

Un processo che vede ENI e SNAM con le competenze pubbliche, l’Italia che agisce come hub per il gas proveniente dalle aree nord africane e medio orientali, e le imprese private degli armatori nella filiera della logistica del GNL nel trasporto marittimo. «Siamo pronti ad investire per coprire insieme questa filiera di trasporto marittimo» questo  è il messaggio che lancia dal palco romano del Grand hotel Parco dei Principi.

Poi a margine dell’Assemblea specifica di avere incontrato CDP nei giorni precedenti: «Abbiamo dimostrato scientificamente che alcuni armatori italiani, non solo aderenti ad Assarmatori, hanno le competenze e potrebbero collaborare più che proficuamente alla gestione degli approvvigionamenti di gas via mare». «La logistica del gas in Italia non esiste» – «Io autorevolmente ho sostenuto con CdP che in Italia ci sono soggetti privati che possono gestire la filiera del trasporto marittimo per i rigassificatori e per Panigalia. A Spezia abbiamo l’unico rigassificatore in cui gli approvvigionamenti arrivano con delle chiatte che attraversano per poche miglia il Golfo dei Poeti e vengono caricate con l’autobotte».

L’idea promossa è perché non fare delle navi dedicate che importano LNG? navi da 50 – 60 – 80 mila metri cubi, che possono andare ai rigassificatori o a Panigaglia e non dipendere invece da Qatargas, dall’Algeria (Sonatrach) o dall’Egitto o dal Mozzambico etc. Questa è l’idea di infrastruttura dove soggetti privati sono disponibili a lavorare con CDP.

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Questo l’annuncio di Messina, entrambe le associazioni, Assarmatori e Confitarma, hanno avanzato la candidatura a cooperare per la realizzazione di una catena logistica del gas naturale liquefatto, con Cassa Depositi e Prestiti nell’ottica della politica del governo in tema di GNL.

L’esecutivo ha incaricato Snam di acquistare due rigassificatori galleggianti Fsru per potenziare la capacità di rigassificazione del Paese in vista dell’arrivo di nuovi quantitativi di gas naturale liquefatto dall’Africa e dal Qatar.

Nell’ultimo mese, quindi, SNAM ha acquistato due navi Fsru, l’ultima ai primi di luglio e destinata al porto di Ravenna. La prima ad inizio giugno, la nave di stoccaggio e rigassificazione Golar Tundra, destinata al porto di Piombino, sulla cui collocazione tuttavia si sono aperte molte perplessità da parte dell’Autorità di Sistema Portuale locale. I lavori per il posizionamento del rigassificatore andrebbero, infatti, a bloccare, per almeno un anno e mezzo, l’attività delle nuove banchine portuali sulla cui realizzazione le amministrazioni pubbliche hanno molto investito in questi ultimi anni, in termini di fondi e lavori.

Lucia Nappi

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