Mattioli: “L’armamento rimanga unito, guardi a questioni più scottanti”

Guido Grimaldi: “Le Autostrade del mare giustificano la penisola come piattaforma per i traffici mediterranei”. Nonostante questo “nessuno ci invita ai tavoli dove si prendono le decisioni” – A Napoli al convegno organizzato da  Consorzio Mar.Te.
 
di Giovanni Grande
 
NAPOLI -La spaccatura associativa in seno agli armatori è “concettualmente sbagliata”. “Solo facendo sistema si possono creare le basi per una competitività nazionale”. Mario Mattioli, neo presidente di Confitarma, tratteggia le linee di un settore “in crisi d’identità”. Lo fa a Napoli, in occasione del convegno di chiusura (“A un anno dalla riforma portuale. Innovazione, governance, prospettive”) del progetto sul Port competitiveness indexrealizzato dal consorzio pubblico-privato Mar.Te, partendo da un’accorata difesa del Registro Internazionale. “Non un regalo fatto agli armatori ma uno strumento realizzato recependo le normative Ue: l’unico in grado di garantire la presenza strategica della nostra bandiera nazionale in un contesto globale”.
La sfida della globalizzazione per Mattioli chiama l’armamento a guardare alle questioni più scottantivalorizzando l’italianità senza trascendere nel nazionalismo, analizzando i problemi a tutto tondo”. Il tema ambientale, l’obiettivo di riduzione del 50% delle emissioni entro il 2050, la transizione energetica sono processi già avviati a più livelli. “Nella conversione al LNG c’è un importante tema di infrastrutturazione che va risolto a livello di sistema,” spiega. “Con l’arrivo delle prime navi da crociere con propulsione a gas emergerà il ritardo verso Paesi come la Spagna che si sono mossi in tempo”. Su questo tavolo non potrà essere la singola azienda a farsi carico delle soluzioni. “C’è bisogno di un supporto da parte di tutte le componenti del Paese anche su altri punti fondamentali come la formazione: diversamente dal passato dovremo essere in grado di intercettare i nuovi mestieri che emergeranno nei prossimi dieci anni”.
 
Un appello al superamento delle divisioni raccolto, non senza una punta di polemica, da Guido Grimaldi, Presidente di Alis.Le aziende italiane soffrono di nanismo mostruoso. La priorità è crescere, lavorare sui processi di internazionalizzazione. Invece – continua – “si attacca il Registro, uno strumento che in dieci anni ha dato lavoro a circa 35mila marittimi, più del jobs act”. L’esortazione, per i vertici delle AdSP, è di fare spazio alla “meritocrazia” per i terminalisti in grado di portare crescita economica. “Nessuno ci invita ai tavoli dove si prendono le decisioni. Eppure, al di là di tutti discorsi sui container, è il settore ro-ro quello in cui eccelle l’Italia. Sono le autostrade del mare a giustificare l’idea della penisola come piattaforma di riferimento per i traffici del Mediterraneo”.
Sulle capacità della controparte portuale ad offrire le migliori condizioni operative il consorzio Mar.Te, presieduto da Marco Ferretti, professore di Corporate Strategy all’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, ha cercato di dare una risposta stilando un ranking su basi scientifiche delle nuove Autorità portuali di sistema.
Sei i fattori presi in analisi – port logistic, governance efficiency, economic & finance, social economic-impact, market trend & communication, green challenges – che hanno visto primeggiare il sistema del Mar Adriatico Settentrionale (Venezia) con 63,25 punti su 100, seguito da quello del Mar ligure Occidentale (Genova) e Mar Tirreno Settentrionale (Civitavecchia).
 
Sotto la media nazionale (42,96 su 46,38) il sistema del Mar Tirreno Centrale il cui presidente, Pietro Spirito, è tornato a parlare delle difficoltà burocratiche che stanno ostacolando l’avvio degli interventi per il dragaggio del porto di Salerno. “Ci sono state imposte 25 prescrizione ridicole, tra cui la tutela di un crostaceo che probabilmente non vive nei fondali dello scalo. Il tutto per un costo di circa 5 milioni su una spesa totale prevista di 18”. Una situazione di impasse che sta alimentando lo scontento della comunità degli operatori salernitani, in una realtà, è bene ricordare, tuttora commissariata in attesa di rientrare dal prossimo anno sotto l’ala amministrativa della nuova AdSP. “Purtroppo – polemizza Spirito – le decisioni ambientali non sottostanno ad alcuna analisi di costi-benefici: sarebbe il caso di introdurla per rispetto dell’uso di denaro pubblico”.
 
Presente anche Ennio Cascetta, Amministratore unico di Ram, che ha illustrato gli obiettivi strategici del governo sulla logistica. “Entro i prossimi giorni – ha annunciato – la società sarà riconosciuta ufficialmente come sostegno tecnico per la conferenza nazionale della AdSP”. Nella nuova stagione di pianificazione centralizzata inaugurata con la riforma dei porti la conferenza funzionerà sostanzialmente da “filtro” per la presentazione e l’approvazione dei nuovi progetti inerenti i porti. “E’ terminata il periodo dei municipalismi e dei piani irrealizzabili,” sottolinea Cascetta. “Le scelte future saranno caratterizzate da obiettivi chiari, strategie di attuazione definite e modulazione degli strumenti”.
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