LIVORNO – “Mindfulness a bordo: un approccio innovativo per gestire lo stress degli equipaggi” è il tema del convegno promosso dall’Istituto Italiano di Navigazione svolto a Livorno il 13 febbraio scorso, presso la Sala conferenze del Palazzo del Portuale.
Iniziativa che ha visto la partecipazione di esperti nazionali, professori universitari, rappresentanti di governo e del mondo politico, armatoriale, marittimo, della Marina Militare e della Guardia Costiera Capitaneria di Porto e associativo del cluster. Intervenuti per approfondire le pratiche fondamentali per il benessere degli equipaggi, attraverso approcci innovativi per affrontare lo stress nel settore marittimo.
Il presidente dell’Istituto Italiano di Navigazione, Luca Sisto, ha spiegato: “L’Istituto è una piccola perla è nato nel 59 riconosciuto dal presidente della Repubblica, Saragat, nel 1964 divulga la cultura della navigazione tra le altre finalità» – L’Istituto a Livorno ha la sede della sezione Toscana, presieduta da Emanuele Bergamini e diretta da Elena Di Tizio.
«In questa iniziativa ci siamo concentrati sul benessere del psicofisico della gente di mare, é il nostro asset principale e la nostra forza dobbiamo curare la loro vita a bordo cercare di renderla meno stressante per quanto sia un mestiere complesso, ma anche molto interessante e offre opportunità importantissime anche ai giovani» – rivolgendosi alle nuove generazioni le ha incoraggiate: a non avere paura del mare perché questo offre una grande opportunità di lavoro, sebbene a bordo ci siano delle condizioni particolari, perchè si è lontani dagli affetti: «ma oggi – ha specificato Sisto – ci sono tanti sistemi per poter stare meglio. Nelle considerazioni sullo stato della nave teniamo presente non solo safety e security, ma anche il benessere degli equipaggi, il cosiddetto clima di bordo».
Secondo Sisto gli aspetti legati allo stress del lavoro dei marittimi riguardano le navi impiegate nei traffici internazionali che affrontano viaggi più lunghi, che grazie agli attuali i sistemi di comunicazione possono essere affrontati meglio che in passato, considerando che «molti armatori hanno internet a bordo». Con l’aiuto degli accademici, degli psicologi di chi si occupa della mente dell’uomo oggi vengono messi in atto strumenti, che variano anche a seconda del tipo di nave perchè quelle da carico, rispetto alle navi da crociera, hanno equipaggi più ridotti e quindi dinamiche diverse.
La sicurezza dei marittimi nelle aree di guerra e di crisi geopolitica: «Il primo pensiero è la sicurezza dei nostri equipaggi» – ha rimarcato il presidente dell’Istituto della Navigazione. Ringraziando quindi la Marina Militare per l’opera di sicurezza svolta in mare per le navi, anche in aree geograficamente lontane, come in Mar Rosso e a Suez aree dove transita oltre il 10% del commercio mondiale, traffici che riguardano il Mediterraneo. «L’insicurezza in mare va affrontata per la tutela degli equipaggi» – ha concluso Sisto – «ma anche perché non possiamo permetterci di territorializzare i mari del mondo, di renderli non più liberi alla navigazione, sarebbe un flagello per l’umanità. Inoltre le navi sono veicoli di pace: si commercia quando c’è la pace, siamo uniti nella stessa strategia. Dare sicurezza ai mari significa dare sicurezza anche alle popolazioni a terra».
Pubblichiamo inoltre lo speach dell’avvocato marittimista Luca Brandimarte, responsabile Ports, Logistics & Competition di Assarmatori, intervenuto durante il convegno.
«…devo fare una premessa doverosa» – ha detto Brandimarte- «che mi aiuta a farvi capire perché questo tema è particolarmente importante e sentito per me. Sono un avvocato marittimista, mi occupo delle questioni legate ai porti e alla navigazione per conto di Assarmatori, oggi l’associazione di riferimento in Italia per l’armamento, ma soprattutto sono figlio e nipote di marittimi: in casa mia il mare, e il lavoro che si sviluppa sul mare, sono sempre stati il pane quotidiano. E quindi dimenticatevi per un momento il fatto che io sia qui a parlarvi in giacca e cravatta, oggi non discutiamo di “noiose” questioni burocratiche o degli aspetti (anche legali) legati alle navi e ai porti, perché conosco bene, e da vicino, non solo i diversi lati positivi del lavoro a bordo, che non mancano, ma anche i risvolti più complicati. Chi sceglie questa carriera sa a cosa va incontro: periodi di imbarco anche lunghi, distanti dalle comodità della vita a terra, ma soprattutto lontani dalle famiglie e da tutti quei supporti cui può far riferimento chi ha un lavoro “normale”. Pensiamo alle tante cose che facciamo quotidianamente e che chi è a bordo è costretto a rimandare: andare dal dentista, dal fisioterapista, alla recita di Natale dei figli, ai momenti apicali che si presentano, a volte improvvisamente, nella vita di tutti noi. Ecco, chi è a bordo, è appunto a bordo, lontano.
Questo, inevitabilmente, può generare stress e frustrazione. Ecco perché è importante intervenire dal punto di vista psicologico, anche con un approccio appunto innovativo, come suggerisce giustamente il titolo di questo nostro incontro, come è la mindfulness. Una tecnica antica, ma che nella nostra parte di mondo si è affacciata in tempi relativamente recenti, ma sta registrando una crescita notevole, a testimonianza della sua potenziale efficacia. Credo si tratti questi di uno strumento da investigare sino in fondo, con i migliori professionisti del settore, per mettere a disposizione dei nostri marittimi un’arma in più per sconfiggere, o quantomeno attutire, lo stress lavoro-correlato. E in fin dei conti – e qui, se vogliamo, il discorso si fa un po’ più “egoistico” – faremmo del bene anche a noi stessi. Come sapete il trasporto via mare, in tutti i suoi segmenti, è fondamentale non solo per l’economia, ma anche e soprattutto per la vita quotidiana di tutti noi così come siamo ormai abituati a viverla. Un lavoro silenzioso ma imprescindibile, come si è visto recentemente anche durante la pandemia. Quindi ogni strada per migliorare il benessere dei marittimi, anche dal punto di vista psicologico, è senza dubbio da percorrere fino in fondo, pure per scongiurare ‘crisi di vocazione’ che in alcuni segmenti cominciano a farsi sentire.
Concludo dicendo che il contratto nazionale di lavoro dell’armamento, recentemente rinnovato, ha introdotto misure innovative anche in tema di welfare e assistenza sanitaria. La mindfulness si inserisce proprio in questo solco».
