L’incontro/ Aponte: Geopolitica e potere, l’Europa diventi Federazione – Meeting Assarmatori

Gianluigi Aponte

L’armatore Gianluigi Aponte del Gruppo MSC incontrato a Roma a margine dell’Assemblea di Assarmatori risponde ad alcune domande: “Nel confronto USA-Cina, l’Europa deve stare con Trump. “l’Europa deve diventare una Federazione altrimenti non avremo nessun potere geopolitico”

di Lucia Nappi

ROMA – Che l’armatore Gianluigi Aponte, proprietario del Gruppo MSC, non si muova mai a caso, è risaputo. Le sue “apparizioni pubbliche” negli anni si contano veramente su di una mano. Comunque alla prima Assemblea annuale di Assarmatori, Aponte ieri mattina era presente. Seduto in prima fila per assistere alla presentazione delle linee strategiche dell’Associazione annunciate nell’introduzione del presidente Stefano Messina.
E nella “allure” dell’armatore partenope-ginevrino numero due al mondo, sono confluite al conclave romano, nel cuore pariolino dell’hotel Parco dei Principi, tutte le costellazioni dell’ampia galassia di MSC, aziende numericamente consistenti nel corpo associativo di Assarmatori, rappresentate in sala dal management dei gruppi armatoriali, dei terminalisti, del Cluster marittimo in genere.

Nata nel 2018 nell’ambito di Conftrasporto e Confcommercio- come sottolineato da Messina nell’introduzione – Assarmatori riunisce compagnie di navigazione nazionali ed internazionali radicate in Italia per una flotta totale di 450 navi – i dati vengono lanciati in apertura dal video, immagini e musiche a supporto – 4 milioni di tonnellate di merce movimentate, 2 milioni di crocieristi in Italia, 15 milioni di passeggeri nei collegamenti con le isole italiane, 60 mila addetti occupati, di questi 35 mila sono marittimi (17 mila e 500 di nazionalità italiana). Questa in cifre

Dopo l’intervento di  Messina segue la Tavola rotonda condotta dal giornalista Nicola Porro. I divani bianchi allestiti sul palco accolgono  Giuseppe Bono, ceo di Fincantieri; l’ex premier Enrico Letta, l’economista Giulio Sapelli; Achille Onorato, ceo del Gruppo Moby e Carlo Secchi, coordinatore reti TEN. In collegamento video Fabrizio Palenzona, presidente di Conftrasporto; L’assenza del ministro del Turismo Gian Marco Centinai, previsto nel panel dei relatori, non passa inosservata. A chiusura della mattinata l’arrivo del ministro alle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli per le conclusioni.

A dominare il dibattito: i grandi temi lanciati da Messina. Il confronto tra le due superpotenze Stati Uniti-Cina, la geopolitica della Belt and Road Initiative e l’Europa nell’individuazione di un modello politico di contrasto. Sullo sfondo l’Italia, l’attività dei porti e lo shipping:settore non marginale anche se spesso non percepito come tale” come detto dal presidente “anche per nostra stessa responsabilità”.
La Cina è una delle aree principali di origine e destinazione dei carichi sia su rinfuse liquide e solide, che di contenitori nel Mediterraneo” – spiega Messina (VIDEO – “Il governo cinese è molto interessato al sistema logistico Mediterraneo e nazionale pertanto “ci aspettiamo che l’Europa abbia la capacità di fare una sua politica coerente, che tenga in considerazione che la rete ferroviaria è sempre più utilizzata e che oggi sono necessari investimenti”. “C’è bisogno che il Governo tracci un’efficiente e armonizzata  Via Italiana“.

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Secondo Enrico Letta, di fronte allo sviluppo degli Stati Uniti e della Cina, che sarà la vera novità dei prossimi anni, l’Italia ha la sola possibilità di costruire un percorso unitario: “Se nei prossimi 5 anni non svilupperemo una capacità di fare scelte comuni e di fare fronte comune in Europa” – “americani e cinesi che ci travolgeranno” perchè ogni stato europeo da solosarà comprato dai cinesi o dagli americani, è soltanto questione di tempo”. “Prima è toccato ai greci, poi ai portoghesi, poi toccherà a noi”.

Sul tema cruciale delle nuove tecnologie che guidano lo sviluppo imprenditoriale, Letta sottolinea l’arretratezza del nostro paese: “gli altri hanno investito su nuove tecnologie, digitalizzazione e in tutti questi settori stanno avendo successo.” – Le imprese italiane devono trovare una “dimensione europea o non ce la faremo” conclude accennando a Fincantieri esempio di azienda nazioanle che si staglia su queste dimensioni, in grado di affontare e dominare il mercato estero.

L’Italia è la nuova Unione Sovietica” – chiosa chiamato in causa Giuseppe Bonoè ingessata e nel rapporto con la Cina la competizione economica va affrontata come Europa” -Poi rivolge un appello di compattezza agli armatori europeiperchè dobbiamo combattere con gente che ha una visione del futuro molto più grande, la Cina fa piani trentennali”- “noi guardiamo molto più vicinio”. Ma non è la Cina a far paura secondo il ceo di Fincantieri. l’India che nel 2027 sarà il paese più popoloso ma anche dotato di maggiore “possibilità scientifica di fare innovazione”. L’Eurpa ha un passato storico di grande innovazione “non capisco perchè adesso non ha innovato più niente” si chiede.

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Voce fuori dal coro quella del professor Sapelli con  le teorie geopolitiche sul futuro del mondo, alternate a momenti di puro intrattenimento, degno del migliore format televisivo, nell’improvvisato siparietto ironico con Porro nel ruolo di vittima predestinata.

Sul futuro del mondo “i problemi non verranno dalla crescita della Cina, ma dal suo crollo” secondo l’economomista il controllo demografico, la politica del figlio unico, la scarsa qualificazione del lavoro data dall’automazione, candidano il paese al crollo. La Via della Seta non è altro che è il grande disegno militare di Xi Jinping – “l’Occidente si sta arrendendo alla Cina con le mani alzate, l’Europa è stata la prima”.

Nel confronto tra le due potenze USA-Cina, candidate al G2, il professore pertanto indica per l’Europa unica posizione possibile accanto agli Stati Uniti di Trump. Unica potenza mondiale in grado di avere una controllo militare sui paesi asiatici. Questa questione la deciderà non l’economia ma la guerra, con modi non convenzionali, ma piccoli conflitti locali.

LA VISIONE DI APONTE
Tornando quindi all’armatore Aponte, incontrato a margine dell’Assemblea e assediato dal gruppo dei giornalisti, ai quali con grande cortesia ha risposto ad ogni domanda: “La Cina ha bisogno di noi e non il contrario, se la Cina non esporta su di noi ne ha un risvolto negativo. Esportiamo pochissimo in Cina, merce che non ha nessun valore, mentre loro esportano prodotti finiti. Siamo per loro un cliente importante, come lo sono gli Stati Unti. – Non c’è il rischio di alcun sopravvento, noi siamo sovrani della nostra nazione e dell’Europa”.

Sul fronte G2 MSC con chi si schiera? Nel blocco USA con Trump, sebbene “l’Europa deve diventare una Federazione sin quando non lo saremo, non conteremo nel gioco mondiale e internazionale – non avremo nessun potere geopolitico. Ci dobbiamo augurare che questo nuovo presidente della Comunità europea lavori in questo senso“.

 

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