Transizione green e armamento – Giacomo Gavarone presidente Gruppo Giovani Armatori, sentito da Corriere marittimo, spiega: «Abbiamo bisogno di una forte governance e di obiettivi, risorse e tempi di realizzazione adeguati, in un quadro giuridico internazionale che accompagni la transizione».
Lucia Nappi
ROMA – «Non posso che affiancarmi alle dichiarazioni di Confitarma auspicando ad una maggiore attenzione del governo per il trasporto marittimo e per tutta l’economia del mare che ruota intorno ad esso. Spesso si dimentica che lo shipping è responsabile di oltre il 90% delle merci che circolano nel mondo e che proprio le navi, in questi difficili mesi caratterizzati dalle restrizioni per la pandemia da Covid 19, hanno garantito a tutti i paesi del mondo gli approvvigionamenti essenziali, quali cibo, energia, medicine e, di recente anche i vaccini» – A sottolinearlo è Giacomo Gavarone, presidente Gruppo Giovanni Armatori, intervenuto per Corriere marittimo a margine della riunione online GGA sul tema dell’importanza delle tematiche “green” nel futuro dello shipping. L’incontro ha visto la presenza del team di “EcoClipper”, start-up olandese che sta progettando di offrire servizi di trasporto merci e passeggeri a emissioni zero grazie all’impiego di moderni “clipper”.
«Lo shipping è un’industria che ha dato prova di una enorme volontà di essere attenta alla sostenibilità ambientale, nei tempi e nei modi giusti, abbiamo mostrato grandissimo adattamento» – ha proseguito Gavarone – «In particolare, l’armamento italiano persegue l’obiettivo di una flotta in chiave ambientale ed innovativa fin dagli anni ‘90, quando l’intera flotta di navi petroliere è stata rinnovata. Oggi, la flotta italiana è in prima fila verso la decarbonizzazione di tutte le attività industriali ed ha già realizzato ingenti investimenti in tecnologie innovative e impiego di combustibili meno dannosi per l’ambiente, come l’alimentazione attraverso batterie (quindi zero emissioni) durante le soste della nave in porto, l’utilizzo del GNL come combustibile alternativo e l’installazione di scrubber.
I trasporti via mare sono di per sé un’industria green, per quantità di merce trasportata ed emissioni prodotte, rispetto al trasporto via camion c’è una grossa differenza di economia di scala.
«Nel 2050 l’industria marittima dovrà raggiungere l’ambizioso obiettivo dell’IMO di ridurre le emissioni di gas serra del 50% rispetto al 2008: stiamo facendo già tantissimo, ma evidentemente le risorse finanziarie private non sono sufficienti a sostenere, da sole, ricerca e innovazione indispensabili per lo sviluppo di soluzioni “carbon free”.
Business e green la cosa migliore è quando vanno a braccetto e, questo è assolutamente possibile, ma abbiamo bisogno di una forte governance e di obiettivi, risorse e tempi di realizzazione adeguati, in un quadro giuridico internazionale che accompagni la transizione. È giusto che remiamo tutti dalla stessa parte, visto che parliamo di interesse mondiale».