Armatori europei: Cala il mercato e diminuisce l’occupazione – In attesa dell’effetto Brexit

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La settimana dello shipping europeo promossa da ECSA, che si svolge a Bruxelles dal 17 al 21 febbraio.  Le analisi sull’andamento dello shipping europeo e il difficile impatto per l’effetto Brexit.

BRUXELLES –  Al via la European Shipping Week 2020 – la settimana dello shipping europeo, iniziativa promossa da ECSA –European Community Shipowners’ Associations, l’Associazione che riunisce gli armatori europei. La settimana si è pertanto aperta con la diffusione dei dati aggiornati sul settore in ambito europeo, studio svolto da Oxford Economics, accreditata società di consulenza e analisi di trend economici. Secondo lo studio nel 2018 il trasporto marittimo europeo ha contribuito al prodotto interno lordo (PIL) dell’UE per valore di 54 miliardi di euro, considerando inoltre gli effetti di ricaduta sugli altri settori dell’economia dell’Unione Europea, il contributo totale ammonta a 149 miliardi di euro.

L’industria dello shipping europeo impiega direttamente 685 mila persone. In totale, tenendo conto degli effetti su altri settori dell’economia dell’UE, l’industria navale europea globalmente occupa 2 milioni di posti di lavoro. Sebbene il confronto con i precedenti dati 2015  sia difficile, a causa delle mutate metodologia e delle fonti dei dati. Tuttavia, le tendenze sono chiare. L’industria marittima europea, con poche eccezioni, è sottoposta a forti pressioni a causa delle difficili condizioni del mercato, con conseguente calo dell’apporto al PIL dell’UE. Di conseguenza anche il numero di posti di lavoro creati dall’industria marittima europea rimane in diminuzione.

Martin Dorsman, segretario generale di ECSA, intervenendo al parlamento europeo ha commentato:- Lo shipping rimane  una delle risorse più importanti per l’Europa, e che dovrà continuare ad essere tale dal punto di vista economico, sociale e della cultura.  Ci sono molte opportunità e sfide per il settore. Per molti armatori europei il calo del mercato pone delle sfide ulteriori all’industria dello shipping, nel momento in cui gli obiettivi ambientali e della conservazione di posti di lavoro altamente qualificati rimangono fattori prioritari per l’Europa. Affinché il trasporto marittimo europeo si sviluppi ulteriormente, i decisori politici devono adottare una strategia globale per garantire condizioni di parità a livello globaleha spiegato Dorsman – Le attuali tensioni tra le potenze commerciali globali, l’ascesa della pirateria nel Golfo di Guinea e l’insicurezza lungo il Golfo di Hormuz contribuiscono a rendere instabile il mercato” –

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Alla Brexit viene pertanto imputata parte delli’incertezza che ha colpito l’industria eropea dello shipping :“Fino ad oggi”- ha spiegato il segretario generale dell’ECSA – “le navi europee hanno operato liberamente da e per la Gran Bretagna con carichi amministrativi lievi. Successivamente alla Brexit, qualora le parti non si accordassero per evitarlo, si renderanno necessarie dichiarazioni di carico e numerosi altri controlli compresi quelli fitosanitari e quelli legati all’immigrazione. Un cambiamento dello scenario che comporterà inevitabilmente il dilatamento della tempistica e quindi una congestione degli scali britannici, con il conseguente rallentamento del flusso logistico tra il Regno Unito e il continente”.

 

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