CONVEGNO A CIVITAVECCHIA DAL TITOLO: L’ITALIA BANCHINA D’EUROPA?
– Il verdetto dell’Italia dato dalla Corte dei Conti europea è che abbiamo speso i finanziamenti in maniera inefficiente e non sostenibile. Bocciati quindi, neppure rimandati a settembre. “La Corte dei conti parla di finanziamenti inefficienti e non sostenibili, scoordinati“, tuona Ivano Russo, consigliere del ministro Delrio, intervenuto a Civitavecchia al convegno organizzato dalla Compagnia portuale, voluto dal suo presidente Enrico Luciani, per parlare di riforma portuale, nel momento in cui l’Italia dei porti sta vivendo l’inizio dei cambiamenti introdotti dalla nuova normativa entrata in vigore. “l‘Italia soffre di overcapacity un paese che ha spazio per 21 milioni di container nei terminal e ne movimenta appena 5/6 milioni. Ha ragione la Corte dei conti, facendo un giro per i porti italiani, diciamolo chiaramente, siamo pieni di infrastrutture realizzate esclusivamente come operazione di speculazione finanziaria, infrastrutture sfruttate male oppure adibite ad altro. Per esempio ad Augusta c’è un terminal container per 800 mila Teu, quando di fronte c’è il porto di Gioia Tauro che ha messo i lavoratori in cassa integrazione. Tutta l’isola ha spazio per 140 mila contenitori e ne movimenta appena 51 mila. Questo è una vergogna!”
Il tono di Russo è duro, non lascia percepire alternative, le mette in fila, una ad una, le strutture della vergogna, quelle costruite solo per fare affari finanziari, mentre l’Italia si impoverisce sempre più e perde di competitività. La ricetta è unica ed è quella del governo: “Baricentro della riforma è l’accorpamento, la riforma della portualità e della logistica. E’ questo:accessibilità via mare, e accessibilità via terra con l’ultimo miglio ferroviario e quindi mettere in campo le risorse per fare tutto questo. La riforma della portualità e della logistica è il governo che ritorna a voler fare una politica della portualità, che colloca il nostro paese compatto nei confonti del mondo”.
Sulla semplificazione Russo interviene spiegando la centralità dell’elemento: “Le operazioni di controllo oggi necessitano di 122 procedimenti amministrativi con 14 soggetti cotrollanti. Lo sportello unico doganale, previsto dal decreto legislativo 169, metterà in campo uno sportello unico controlli per avere nello stesso momento tutti i soggetti controllanti e i controlli stessi”.
A questo punto il consigliere di Delrio affronta il tema della diversità commerciale che ciascun porto dovrebbe avere per non cadere nel meccanismo della concorenza, l’argomento è delicato e sparge un po di nervosismo fra gli astanti. “La portualità non è fatta solo di container ma anche di crociere, di passeggeri e di altre tipologie di merci”. A noi che scriviamo riecheggia il contenuto di un’intervista realizzata dalla nostra testata, lo scorso inverno, con Luigi Negri, il quale con lungimiranza intravedeva questo fenomeno, pertanto l’abbiamo reinserita a pagina 5 di questa pubblicazione, per l’attualità con cui l’imprenditore genovese tratta la questione.
Russo conclude il suo intervendo dicendo: “Noi guardiamo ai 57 porti non solo a quelli inseriti nelle AdSp. Quasi il 60% della merce italiana passa attraverso i porti, lo Stato guarda ai presidenti delle AdSp come uomini del governo. Lo Stato torna a fare politica nazionale per i porti. Il Mit ha funzioni di indirizzo e controllo come per esempio per le conceddioni e le infrastrutture. Il mondo oggi richiede coerenza e analisi”.