Ripercussioni del blocco di Suez sui porti liguri – Container, a rischio congestione le banchine

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Sono attualmente bloccati a Suez 1,8  – 2 milioni di teu Porti liguri previsioni:Nei terminal sul lato ormeggio ci sarà un po’ di sconvolgimento, ogni armatore ha rivisto e sta rivedendo le schedule” – “Il blocco del Canale acuisce il problema della mancanza di equipment”

Lucia Nappi

GENOVA – Un incidente apparentemente banale, quello avvenuto alla portacontainer Ever Given nel Canale di Suez, ma con ripercussioni di portata globale che hanno messo in luce la fragilità di un intero sistema logistico, trasportistico e produttivo legato al contenitore.

E’ la riflessione emersa nel corso del webinar “Le ripercussioni del blocco del canale di Suez sul sistema portuale ligure” organizzato oggi dall’AdSP del Mar Ligure Occidentale e, alla presenza dei rappresentanti di: Agenzia delle Dogane, Assagenti Genova, AssArmatori, Confindustria Genova, ISOMAR Savona, Spediporto, Trasporto Unito, Unione Industriali Savona Sezione Terminalisti.

Attualmente sono 370 le navi in attesa a Suez, tra l’imoboccatura nord e quella sud, di queste secondo il Lloyd’s List, circa 100 sono portacontainer e come tale rappresentano il business più importante. Sebbene nell’ingorgo il maggior numero di navi sia rappresentato dalle 180 portarinfuse (bulk carrier) – seguono poi  le 70 tanker e le oltre  20 navi di altro tipo (tra cui 10 car carrier)

Le ripercussioni del blocco di Suez sul sistema portuale ligure impatterà soprattutto per quanto riguarda il settore container, la congestione non riguarderà i terminal petroliferi o il segmento bulk. “Nei prossimi giorni ci sarà una una rimodulazione dei servizi da parte degli armatori” –  spiega Stefano Messina presidente di Assarmatori – “Le prossime ore e i prossimi giorni saranno dedicati alla ripianificazione delle schedule da parte degli armatori”.
Nei terminal sul lato ormeggio ci sarà un po’ di sconvolgimento, ogni armatore ha rivisto e sta rivedendo le schedule. Questo continuerà anche per il periodo in cui viene assorbita la coda che si è creata a Suez. Ancora non sappiamo quali saranno i criteri utilizzati per lo smaltimento delle navi nel Canale – la logica direbbe il criterio FIFO (First In – First Out) ma non è da escludere che venga data la priorità ad una tipologia di navi per carico trasportato”.

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In banchina  si prevede la maggiore congestione spiega il presidente di Assarmatori: “Al momento il ritardo netto – dato dal blocco del Canale – è di 6 giorni. In viaggi che durano qualche mese (servizi East to West) è un termine ragionevole, anche aggiungendo l’ammortamento del tempo per ritrovare l’avvio dei flussi del Canale lato nord  (che riguarda Genova) e lato sud”.
I terminal minori non dovrebbero avere grandi difficoltà, i problemi saranno riscontrabili nei terminal con maggiori volumi. “Una nave che arriva con 5 mila teu da sbarcare e ne deve imbarcare 6 mila,  porta sicuramente un black out di congestione nel piazzale”.
“Un problema aggiuntivo è la gestione della merce in export che normalmente arriva nelle banchine, via camion o via treno, nei giorni prefissati per l’arrivo della nave che porta l’import”.

Attualmente si stima che siano bloccati a Suez 1,8  – 2 milioni di teu, dato il traffico giornaliero di 600 mila teu, secondo Paolo Pessina, presidente di Assagenti questo è “un traffico che prima di 10-15 giorni non verrà smaltito” –
Il blocco del Canale acuisce il problema dell’attuale mancanza di equipment, fenomeno iniziato ad agosto 2020 con il boom dell’esportazioni dalla Cina verso gli Stati Uniti. Come affronteranno il problema dell’export i terminal del sistema ligure settentrionale? – spiega Pessina – “gli agenti rilasceremo i vuoti dell’export solo sulla certezza della nave, questo dovrebbe evitare i contenitori fermi in export sulle banchine” – pertanto verrà richiesta “massima disponibilità alla forza lavoro e verrà incentivato il traffico ferroviario alla clientela”.

Secondo Giampaolo Botta, presidente di Spediporto i porti dovranno assorbire in 10 giorni i traffici di 2 settimane di lavoro, questo comporta qualche intervento organizzativo” per evitare la congestione  – “Lo strumento del pre-clearing, possibilità data dall’Agenzia delle Dogane di manifestare le navi con largo anticipo rispetto all’arrivo fisico nel porto di sbarco, potrebbe consentire ai terminal di programmare puntualmente lo scarico dei contenitori e il posizionamento di quelli soggetti a controlli nelle aree di verifica”.  Così che le autorità chiamate al controllo dei contenitori possano organizzare delle squadre per garantire il più celere disbrigo delle pratiche.

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