Porti laziali – Sindacati: “Subito un Tavolo di crisi, pochi i traffici a rischio l’occupazione”

Porto Civitavecchia
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Porti Civitavecchia e Gaeta, i sindacati lanciano un grido d’allarme per la crisi strutturale dei traffici e chiedono un Tavolo di crisi –  “Necessario fare il punto sul futuro occupazionale e sociale degli hub, temiamo pesanti ricadute”.

CIVITAVECCHIA – “Le Strutture Nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, hanno proclamato per il giorno 17 dicembre 2021 lo sciopero nazionale dei porti, con motivazioni fortemente impattanti e condivise: autoproduzione, sicurezza sul lavoro, fondo di accompagnamento alla pensione, modifiche art.18 l.84/94 e lavoro usurante. Tuttavia, argomentazioni così forti corrono il rischio di passare in secondo piano nei porti di Civitavecchia e Gaeta a causa della crisi strutturale dei traffici, accentuata dalla pandemia, in corso da diversi anni, e che a brevissimo tempo potrebbe sfociare in una grossa crisi sociale ed occupazionale”.

E’ il testo della lettera che le sigle sindacali Filt-Cgil di Roma e Lazio, Fit-Cisl Lazio e UilTrasporti Lazio, hanno inviato alle istituzioni e alla politica: Nicola Zingaretti e Daniele Leodori, presidente e vice presidente Regione Lazio, ai parlamentari eletti nel Lazio; agli assessori alla Mobilità, al Lavoro e allo Sviluppo Economico, Mauro Alessandri, Claudio Di Berardino e Paolo Orneli; al presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Pino Musolino; al sindaco di Civitavecchia, Enrico Tedesco.

“Mentre nel porto di Gaeta bisogna consolidare i segnali positivi dei traffici in aumento – scrivono i sindacati -, attualmente su Civitavecchia i pochi traffici strutturali presenti, in attesa della ripresa delle crociere, non consentono una visione ottimistica del futuro; solo una parte delle imprese portuali, delle società di interesse generali oltre che della stessa Compagnia Portuale di Civitavecchia, ha sospeso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali Covid e senza tale strumento è forte la possibilità dall’inizio del prossimo anno di ristrutturazioni aziendali con procedura di licenziamento collettivo, non essendo il porto ad oggi nelle condizioni di assorbire all’interno del suo stesso sistema gli esuberi prodotti”.

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Pertanto la richiesta che i sindacati rivolgono alle Istituzioni è quella di  “aprire un ragionamento di sistema sui porti di Civitavecchia e Gaeta in un’ottica di vera programmazione di sviluppo dell’intera area portuale e retroportuale, adoperandosi come avviene in tutto il resto dei porti italiani a creare e favorire quelle condizioni ad oggi assenti”. I porti possono infatti rappresentare un volano se valorizzate in quanto “anello di congiunzione delle attività logistiche, produttive e distributive”.

Inoltre la richiesta per “la convocazione urgente di un tavolo alla presenza di tutte le parti sociali coinvolte e le istituzioni afferenti al territorio, al fine di individuare le giuste soluzioni necessarie al mantenimento della coesione sociale del territorio oggi fortemente a rischio ed individuare”.

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