I porti del Nord Europa messi a dura prova da forti congestioni e tempi di attesa molto lunghi.
L’allarme è lanciato dal broker internazionale Braemar PLC, società di investimenti, noleggi e consulenze per il mercato del trasporto marittimo e dell’energia.
Secondo quanto riferito da Braemar, nell’ultimo container report di maggio, i terminal, lunedì, avevano già raggiunto il 96% della capacità e che le prese plug per i container reefer erano sovraccaricate del 112%. Quasi la metà delle navi arrivate erano in attesa di un attracco e altre 52 portacontainer sono in viaggio.
Bremerhaven, in Germania, sta affrontando problemi simili, con circa il 30% delle navi in ritardo, mentre altri importanti porti come Rotterdam e, nel Regno Unito, Felixstowe, Londra Gateway e Southampton, sono anch’essi congestionati a causa delle deviazioni delle navi dal continente, che ricevono maggiori volumi. A questo si aggiungono gli scioperi nei porti di Francia e Belgio, la manutenzione effettuata in quella che avrebbe dovuto essere una tradizionale stagione di stagnazione e i livelli record di importazioni in partenza dall’Asia.
Gli analisti prevedono che questa congestione durerà ancora tre o quattro mesi, fino a quando non entreranno in vigore gli adeguamenti della rete delle Alleanze e i volumi si stabilizzeranno.
Secondo la società di consulenza Linerlytica, si prevede che la crisi europea del trasporto di container persisterà per tutta l’estate.
I dati di Linerlytica mostrano che le compagnie hanno reagito rapidamente per rimuovere la capacità impiegata sulle rotte statunitensi in seguito all’attacco tariffario del presidente Donald Trump alla Cina, con l’8,6% della capacità della costa occidentale tra Asia e Nord America ora rimossa. Secondo Linerlytica, da aprile, 27 navi da 200.000 teu sono state rimosse dalla costa ooccidentale degli Stati Uniti, con la maggior parte del tonnellaggio in eccesso ridistribuito sulle rotte Asia-Europa e Mediterraneo.