Morto Giuliano Gallanti, l’avvocato dei Moli – Il suo rapporto con Livorno, progetti realizzati e rimpianti

Giuliano Gallanti
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Scomparso Giuliano Gallanti, presidente dell’Autorità Portuale di Genova dal 1996 al 2004 e nello stesso ruolo nel porto di Livorno dall’aprile 2011 al marzo 2017 – In un’intervista le parole con cui Gallanti concludeva il suo mandato a Livorno: progetti realizzati e rimpianti.

Lucia Nappi

LIVORNO –  Giuliano Gallanti è scomparso alcune ore fa, a poche settimane dal suo 81esimo compleanno.  Avvocato, uomo colto e dall’ironia pungente, la sua avventura tra i “moli” inizia a Genova nel 1996 dove presiede l’Autorità Portuale fino al 2004. Per cinque anni poi siede alla presidenza della Autorità portuale di Livorno, dall’aprile 2011 fino al marzo 2017, sia con ruolo di presidente che di commissario straordinario del porto. Tra i suoi incarichi in ambito portuale è stato anche presidente dei porti europei, ricevendo l’Ordre Nationale du Merite del presidente della Repubblica francese per la cooperazione tra gli scali italiani e francesi. La sua carriera in ambito politico invece inizia come consigliere regionale per il Pci nella IV e V legislatura (1985/1990, 1990/1995) sempre nel gruppo PCI, era stato Vice Presidente della Giunta Regionale con delega a Ambiente, Difesa del Suolo, Cave e torbiere, Parchi e Affari Istituzionali tra il ’94 e il ’95, diventando poi, nel gruppo Ds, presidente del Consiglio regionale tra il maggio 1995 e il 1996.

Riprendiamo dai nostri archivi il saluto che Giuliano Gallanti fece alla comunità livornese del 7 marzo 2017,  giorno in cui finiva il suo madato a Palazzo Rosciano:  “Ci tenevo a ringraziare tutta la Comunità Portuale. Domani torno a Genova, città che amo e alla quale appartengo” – “Lo dico con assoluta sincerità con tutti voi ho avuto rapporto professionale e umano vissuto intensamente. Assieme abbiamo vissuto bei momenti di confronto. Ho solo un rimpianto, non aver portato a termine tutte le partite rimaste ancora sul tappeto. Ringrazio le istituzioni, il sindaco, la Regione e tutti quanti vuoi. Buona fortuna, e buon vento”.

Riguardo al suo lavoro a Livorno, Gallanti non faceva un mistero di avere il rimpianto di non avere portato a termine il progetto più importante, quello della Darsena Europa. Per parlare dei progetti realizzati nel porto di Livorno durante la presidenza di Gallanti, riportiamo parte di un’intervista con lui realizzata a novembre 2016. (Intervista I° parte  e II° parte)

Quali sono stati i progetti realizzati durante la sua presidenza?
«Il primo è stato il piano Regolatore portuale, dopo 50 anni ci siamo riusciti, inoltre è stato importante l’aver dragato quasi tutto il porto. Quando siamo arrivati non potevano entrare navi più di 7000 TEU, oggi entrano navi anche più di 8000 TEU, adesso stiamo dragando tutto l’imbocco. Tutto il fondale del porto di Livorno è meno 13 metri, sotto non è possibile andare. Questo ha consentito agli operatori e ai terminalisti di ricevere le nuove navi. Abbiamo fatto investimenti per quasi 100 milioni per sistemazione di banchine, dragaggi».
La Darsena Europa:
«La messa in cantiere della Darsena Europa, in attuazione del piano Regolatore, è l’impresa più importante negli ultimi decenni per il porto e il 15 dicembre scadrà la manifestazione di interesse. E’ la prima volta che viene fatto un project financing: un finanziamento pubblico-privato, in cui la realizzazione è in capo al privato in modo che ci sia la responsabilizzazione del privato sulla realizzazione dell’opera.
Porteremo i fondali a meno 18 metri è un intervento di quasi 700 milioni, 400 li metteremo noi e 300 li mette il privato. La Darsena Europa è fatta per ospitare navi da 15 mila TEU, se non lo facciamo entro qualche anno siamo destinati ad essere un porto solo per traghetti e ro-ro».
La società Porto di Livorno 2000:
«L’altro progetto importante è stato cambiare la composizione sociale, con la cessione delle quote della Porto Livorno 2000, chiunque vinca è un grande gruppo».
La ferrovia:
«Verrà inaugurata a breve la ferrovia che collega direttamente la Darsena Toscana alla rete, manca il breve collegamento ferroviario con l’Interporto Vespucci e la Regione Toscana lo sta realizzando. I contenitori salteranno dalla nave al treno è la grande risorsa di Livorno che altri porti, Spezia e Genova, non hanno. Sarà il primo porto nel Mediterraneo ad avere la ferrovia che arriva alla banchina. Il vantaggio di Livorno è che è libero alle spalle e l’Interporto diventerà la valvola di sfogo. Siamo entrati in partecipazione con l’Interporto».

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Per citare il terminalista genovese Luigi Negri: A Genova per riempire un treno ci vorrebbero due terminal container perché uno non basta. Livorno avrà questo problema?

«Non credo, la chance di Livorno sarà il treno in banchina con cui si saltano tutte le manovre. A Genova, la ferrovia non è competitiva e la gomma è vincente, poi il Terzo Valico non c’è ancora quindi per andare oltre l’appennino è difficile. Quando ero a Genova, avevamo fatto un collegamento ferroviario con gli svizzeri, un treno che faceva Genova–Basilea, non caricava quasi niente, perché bisognava prendere il treno portarlo fuori, formare il vagone, un tempo molto lungo a volte ci volevano più giorni. Oggi la situazione è migliorata, ma la gomma è sempre vincente».

Come lascia il porto?

«Oggi il porto ha prospettive di sviluppo ed è in crescita in modo significativo. Nei settori forestale e automobili siamo il primo porto, per i contenitori, lo scorso anno c’era stato un boom con un aumento del 16%, venivamo da un periodo di traffici bassi, quest’anno sarà superiore anche rispetto al 2015».

Suggerimenti a chi la seguirà nella presidenza dell’Authority?

«Puntare sulla Darsena Europa, accelerarne i tempi; Migliorare la sistemazioni degli spazi all’interno del porto, abbiamo fame di spazi e di nuovi territori anche all’esterno del porto che consentono di fare una logistica più avanzata; La gara per la Porto 2000 forse riusciremo a concluderla noi; Attuare il piano regolatore che sarà la cosa più difficile perché c’è stato il boom, imprevisto, delle Autostrade del mare. Le abbiamo disegnate in un modo che probabilmente andrà rivisto e ampliato grazie alla concorrenza tra Grimaldi e Onorato che ha portato l’aumento delle navi, adesso le banchine non sono sufficienti. Nel disegno della Darsena Europa abbiamo previsto anche un terminal ro-ro, là non sarebbe difficile realizzare le Autostrade del mare.

Cosa non le è riuscito fare?

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«Creare un clima come c’è nei grandissimi porti, in cui gli operatori non sono solo competitor ma c’è una vera e propria comunità portuale, c’è anche un rapporto diverso con la città. A Rotterdam quando c’è da decidere per gli utili, la comunità portuale si riunisce con la comunità della città. Il rapporto città-porto per noi è un elemento di debolezza, non so se è colpa mia o del sindaco, lui dice che è colpa nostra, i grandi operatori guardano al rapporto politico»

Si cambia la cultura di una comunità portuale?

«In alcuni casi si, in altri no».

Da cosa dipende?

«Dalla storia di Livorno della sua organizzazione politica-sociale che garantiva spazi a tutti, quando si cerca di unificare scoppiano le contraddizioni, ma se non si fa cosi Livorno non ha futuro. Una strategia per il futuro? I grandissimi porti cominciano avere grandi problemi, Rotterdam ha grandi navi che devono stare in rada perché le banchine sono occupate da grandi volumi. Stanno cercando di costruire spazi interni e delle collaborazioni con altri porti anche nel Mediterraneo, la strada sarebbe questa: tentare degli accordi collaborativi. Mi rendo conto che è una teoria eversiva.La competizione tra i porti italiani e quelli del Nord Europa chi lo dice è un sognatore».

Le dispiace lasciare la presidenza del porto?

«Si per le cose che abbiamo messo in cantiere, ci sembrava logico sia a me che a Provinciali portarle a compimento, magari fino alla stipula del contratto. Non ho capito che criteri abbia adottato il ministro che dice: “la discontinuità, cambiamo tutti”, non voglio polemizzare. In verità la discontinuità è nelle cose che fai e noi abbiamo già iniziato rispetto al passato».

 

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