Green pass- Civitavecchia, Luciani: “Confido al più presto l’allestimento di un presidio in porto”

Enrico Luciani

CIVITAVECCHIA –  Fra qualche ora in Italia scatterà l’obbligo di green pass esteso a tutti i lavoratori. Tra i settori in maggiore sofferenza quello della logistica portuale, nel quale circa un 20-30% dei lavoratori – tra gli addetti all’autotrasporto e  alle operazioni nei porti – non risultano provvisti di green pass.

In merito al tema pubblichiamo le riflessioni di Enrico Luciani, presidente della C.I.L.P. Coop. Impresa Lavoratori Portuali Civitavecchia.

«Ciò che sta avvenendo in queste ore dovrebbe far riflettere sull’importanza dei lavoratori dei porti ed in senso più generale del nostro sistema logistico-portuale.
Forse ci si è dimenticati di quanto siano stati straordinari i portuali di Italia, e nel caso specifico quelli di Civitavecchia, durante le prima fasi drammatiche della pandemia COVID-19.
In quei momenti di grave emergenza sanitaria ingenerata dalla diffusione del virus, i portuali hanno garantito, con alto senso di responsabilità e nell’interesse generale, anche senza i DPI in quel momento introvabili, la tenuta operativa dei porti italiani e, quindi, l’approvvigionamento della nazione intera, evitandone il definitivo tracollo socio-economico.
Un servizio ed un lavoro che a ragion veduta è, di fatto, un servizio di interesse strategico e quindi da tutelare.
Nei primi momenti di vaccinazione, all’epoca come presidente della Compagnia Portuale Civitavecchia insieme al vice presidente Patrizio Scilipoti attuale presidente, avevamo richiesto formalmente al Governo di essere prioritariamente vaccinati proprio perché eravamo in prima linea e quindi a forte rischio contagio, ma abbiamo dovuto attendere l’inoculazione per fascia di età. Pertanto, attendendo il nostro turno, ci siamo vaccinati per tutelare la nostra salute, quella dei nostri compagni e delle nostre famiglie e ad oggi la media nel nostro porto si attesta all’85 % con punte del 90% nella Cooperativa portuale CILP che ora mi onoro di rappresentare.

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Al di là degli aspetti tecnici dell’obbligo del Green Pass, mi preme sottolineare, purtroppo, lo “scaricabarile” delle Istituzioni nazionali circa gli oneri che sono ricaduti sulle imprese e sui lavoratori portuali. Nonostante ciò, credendo fermamente nell’utilità dei vaccini, ma al contempo rispettando la volontà di quei lavoratori che non vogliono vaccinarsi, confido che venga allestito al più presto un presidio all’interno del nostro Porto dove, l’ASL Locale insieme all’AdSP e all’USMAF possano effettuare i tamponi rapidi ad un prezzo di costo per non gravare ulteriormente sui lavoratori già provati da questa crisi economica e sociale. Un centro, come già attuato positivamente nel nostro Porto per la vaccinazione del personale marittimo che, grazie alla grande e fattivo impegno della Regione Lazio tramite l’Assessore alla Sanità, Alessio D’Amato e del Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Pino Musolino, hanno proiettato il nostro scalo e la nostra Regione nell’eccellenza della tutela della salute pubblica e nei luoghi di lavoro.”

 

 

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