BEIRUT – L’Interpol ha emanato un “avviso rosso” segnalando l’estrema pericolosità dei ricercati, per Boris Prokoshev, ex comandante della nave Rhosus e, per il cittadino russo Igor Grechushkin, l’ex armatore della stessa nave. Lo ha riferito l’agenzia di stampa libanese, NNA, per entrambi viene richiesta l’estradizione in relazione all’esplosione del porto di Beirut nell’agosto dello scorso anno.
Secondo la ricostruzione della vicenda, Prokoshev nel 2013 giunse a Beirut a bordo della Rhosus trasportando quel carico di nitrato di ammonio, quasi 3mila tonnellate, che nel 2020 avrebbe provocato l’esplosione dello scalo libanese. Prokoshev ha sempre assicurato che le autorità libanesi erano perfettamente a conoscenza del problema. Oggi per l’ex comandante, in pensione da tempo, è arrivata l’estradizione, anche se quel carico fu sequestrato dai funzionari portuali libanesi sette anni fa e, la nave è affondata da tre anni.
L’avviso rosso è stato emesso su istanza del governo libanese ed è stata inviata alle autorità degli altri Stati nazionali con la richiesta di trattenere entrambi, ex armatore e ex comandante, per l’eventuale domanda di estradizione e pertanto l’arresto.
La vicenda del mercantile Rhosus
La nave Rhosus era arrivata nel porto di Beirut nel 2013, trasportando 2.750 mila tonnellate di nitrato di ammonio per esplosivi. Per la nave quella avrebbe dovuto essere soltanto una sosta, poiché il carico era destinato ad una compagnia mineraria in Mozambico. Ma l’armatore avrebbe abbandonato l’equipaggio e la nave per non pagare le tasse portuali, successivamente i fornitori intentarono una causa legale per riscuotere i proventi dalla sua vendita.
Nel 2014 poi a causa dei rischi relativi al nitrato di ammonio, che si trovava ancora a bordo della nave, le autorità portuali depositarono il carico nei magazzini del porto. La nave Rhosus in stato di abbandono rimase in porto fino al febbraio 2018 quando affondò.
I funzionari libanesi, pertanto, immagazzinarono nel 2014 il carico nel terminal dei cereali del porto fino al 4 agosto 2020 scorso, quando si verificò la tragica esplosione che è stata classificata tra le più grandi esplosioni non nucleari della storia, e che determinò la distruzione di un ampia area della costa di Beirut, uccidendo più di 200 persone.
In seguito alla vicenda oltre 24 funzionari libanesi furono accusati di essere coinvolti con l’esplosione, tra cui il primo ministro Hassan Diab; l’ex ministro delle finanze Ali Hassan Khalil; l’ex ministro dei lavori pubblici Ghazi Zeaiter; e l’ex ministro dei lavori pubblici Youssef Finianos.
La notizia ha colto di sorpresa il comandante Prokoshev che, raggiunto dall’agenzia di stampa britannica Reuters, ha fatto sapere di essere scioccato, dichiarando:“Non capisco quale possa essere la motivazione del mio arresto”.