ROTTERDAM – L’effetto della pandemia da coronavirus in tutto il mondo ha causato l’interruzione delle produzioni industriali e dei traffici commerciali. Le fabbriche chiuse, i controlli alle frontiere più severi e le restrizioni alla libera circolazione personale hanno sconvolto la società in tutto il mondo. Questa situazione senza precedenti e le conseguenze stanno influenzando hub commerciali internazionali come il porto di Rotterdam.
Analisi dell’impatto della pandemia e prospettive del porto di Rotterdam
La forte recessione dell’economia globale avrà un forte impatto anche sui più importanti scali del nord Europa. Secondo le analisi e le previsioni dell’Autorità portuale di Rotterdam – nel primo trimestre del 2020, il porto è stato interessato da un calo che crescerà fino ad influenzare tutto il 2020, le previsioni, su base annua, arrivano ad ipotizzare un calo dei volumi tra il 10-20%. Questo dipenderà da quanto tempo rimarranno in vigore le misure di restrizione applicate dai governi di tutto il mondo e dalla rapidità di ripresa della produzione e del commercio mondiale.
Nel settore container, la battuta d’arresto dei traffici tra Asia ed Europa (pari al 25%) in seguito alla riduzione della domanda di trasporto, avrà anche ripercussioni sul porto di Rotterdam per il prossimo trimestre. Nel primo trimestre del 2020 viene segnalato un lieve calo di tonnellate -0,3% (-4,7% di TEU) rispetto allo stesso periodo del 2019, sebbene questo avesse rappresentato un trimestre record per i container (+5,9% in tonnellate, + 7,3% in teu).
Andando ad analizzare il dato emerge che le linee deep-sea e i servizi feeder non sono in calati, mentre la contrazione si è verificata nello short-sea (-4,5%). Le cause vanno ricercate nella sofferenza dell’economia europea a causa dei conflitti commerciali del mercato mondiale.
Il traffico container con l’Asia, nel primo trimestre, ha avuto un calo del 2,8% rispetto al 2019, le previsioni attestano che la crisi avrà un impatto maggiore a partire dalla fine di aprile e nei mesi successivi.
Il traffico di RoRo è quello su cui ha impattato maggiormente la crisi dell’attività economica in Europa e i volumi del settore saranno significativamente più bassi, fino a quando continuerà il blocco in vari paesi.
I traffici di minerali di ferro e carbone verso l’industria siderurgica tedesca diminuiranno, nel corso del 2020, in proporzione alla caduta della domanda dell’industria automobilistica e del settore delle costruzioni.
Nei settori rinfuse solide e il petrolio. Il declino nell’utilizzo dei prodotti petroliferi per i trasporti, ridurrà la necessità di approvvigionamento di greggio. Tuttavia, la volatilità nel mercato petrolifero può portare a flussi commerciali più elevati.
La produzione di rinfuse solide nel primo trimestre è stata di 16,7 milioni di tonnellate. Con un calo del 14% allo stesso trimestre del 2019. La movimentazione di carbone ha subito una forte riduzione di quasi 3 milioni di tonnellate (-39,6%). La ragione è nella richiesta crescente del settore gas ed eolico a causa della riduzione dei costi del gas e della grande quantità di energia eolica disponibile a causa di condizioni meteorologiche favorevoli.
La produzione di minerale metallifero è aumentata del 15,7% (920 mila tonnellate). Le società siderurgiche hanno acquistato più scorte nell’ultimo trimestre rispetto allo scorso anno, mentre la produzione non è aumentata.
C’è stato anche un calo nel flusso di minerali nel primo trimestre a causa del calo della produzione industriale in Germania.
Rinfuse liquide
I prodotti petroliferi sono diminuiti del 32,8%. Forte calo nel commercio di fuel oil tra Russia e Singapore, prodotti per i quali Rotterdam è stata la sede di produzione negli ultimi anni. Gran parte di fuel oil ha seguito le linee Russia- Stati Uniti per la raffinazione. Anche la produzione di carburanti diesel è diminuita.
Il flusso in entrata di petrolio è diminuito dell’8% poichè le scorte accumulate lo scorso anno sono state sufficienti per l’utilizzo della produzione del primo trimestre.
La produzione di GNL è aumentata del 18% con oltre 2 milioni di tonnellate in più, destinato alla rete europea del gas, favorita dalla riduzione del costo del gas.
Lucia Nappi