Concessioni portuali, spunta una Robin Tax – Retromarcia sulla tassa unica sui container

Porto Livorno

Tra i correttivi da applicare alla Manovra, spunta l’ipotesi di una Robin Tax sui concessionari portuali. Le reazioni del Cluster marittimo: Conftrasporto, Assiterminal, Assologistica Retromarcia sulla neo tassa sui container.

ROMA – Appena annunciata la retromarcia sull’emendamento al DL Fiscale sulla nuova tassa unica sui container imbarcati e sbarcati nei porti, il “contributo unificato”  aveva causato l’immediato dissenso da parte dei rappresentanti delle categorie del Cluster marittimo.

Ma adesso tra i correttivi da applicare alla Manovra, emersi durante lo studio di maggioranza e di Governo, è spuntata una nuova ipotesi. La possibilità che venga inserito un aumento del 3% di Ires, a carico dei gestori di concessioni pubbliche, un incremento triennale dell’aliquota per concessionari portuali e imprese portuali. In questo modo, l’aliquota passerebbe dal 24 al 27%. Nel mirino quindi oltre ai porti le società che gestiscono: autostrade, ferrovie, aeroporti.

Le reazioni di Confcommercio-Conftrasporto
Immediato il commento delle associazioni del Cluster marittimo “un pasticcio tassare le concessioni portuali” interviene con queste parole il presidente di Confcommercio-Conftrasporto, Luigi Merlo – Bene la marcia indietro sulla tassa sui container” – Quello che è accaduto è stato comunque un campanello d’allarme. Occorre una costante regia della politica portuale da parte del Mit per evitare le periodiche intromissioni di altre dicasteri” – spiega Merlo – “La dimostrazione viene dall’assurdo provvedimento che introduce la Robin Tax per i concessionari portuali art 18, ma anche, ancor più assurdo, per gli articoli 16”.
Il provvedimento è iniquo e discriminante perché i canoni sulle concessioni portuali in Italia sono disomogenei a causa del fatto che il ministero dei Trasporti non ha mai emanato l’apposito regolamento e Art non ha reso omogenei i canoni. In questo modo a essere penalizzati saranno ancor di più coloro che pagano già di più. Questo accanimento sulla portualità non ha precedenti e sarebbe interessante capire gli ispiratori di provvedimenti suicidi come questi”, prosegue il presidente di Federlogistica.
“Preoccupa il silenzio sui provvedimenti che devono essere emanati, relativi allo spazio marittimo che, se non ben concepiti, potrebbero avere impatti rilevantissimi su tutta la Blue economy”, aggiunge Merlo.

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Se il ministro De Micheli intende tenersi la delega deve adeguatamente strutturare l’organizzazione, far funzionare la conferenza nazionale e seguire costantemente tutte le questioni aperte, che sono molte, oppure deleghi un sottosegretario che a tempo pieno segua le politiche portuali e della logistica”, conclude Merlo.

Le reazioni di Assiterminal e Assologistica
Dello stesso avviso Assiterminal – Assologistica – che commenta con queste parole: “Quanti “pacchi” sotto l’albero: Siamo appena reduci da un “rinsavimento” della politica in merito al rientrato emendamento che avrebbe istituito un “contributo unificato sulla merce” che spunta una ipotesi “robin tax” che prevede un aumento del 2% sull’ires “sul reddito derivante dalle attività svolte sulla base di autorizzazioni e concessioni portuali rilasciate ai sensi degli art 16 e 18, L.84/94”.
Attoniti è l’aggettivo più appropriato. Anche su questo provvedimento non entriamo sul merito “al fine di realizzare interventi volti al miglioramento della rete infrastrutturale e dei trasporti” che ovviamente trova non solo la nostra categoria ma tutto il cluster vicino al Governo, ma non possiamo esimerci dal sottolineare ancora una volta che simili iniziative inerziano il settore della portualita’! Chiediamo pertanto un “ravvedimento operoso”!

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