Civitavecchia- Luciani: Le priorità per il porto al nuovo presidente/ INTERVISTA

Enrico Luciani presidente Compagnia Portuale Civitavecchia

CIVITAVECCHIA– Francesco Maria Di Majo sarà il nuovo presidente dell’Autorità di Sistema portuale con sede a Civitavecchia. Dopo il passaggio di martedì alla Camera, commissione Trasporti, manca solo la firma del ministro Delrio sul decreto di nomina. 

Tutto stagna siamo in attesa del decreto, plaudiamo alla scelta fatta e confidiamo nel nuovo presidente. Deve venire armato di buona volontà per portare avanti i processi già avviati e per attivare nuove progettazioni“- Lo dice Enrico Luciani, presidente della Compagnia Portuale di Civitavecchia.

Quali sono le priorità da affrontare per il nuovo presidente?

I miei consigli al nuovo presidente riguardano la funzionalità del porto e del lavoro, di mantenere l’equilibrio che c’è sempre stato, di armonizzare le necessità delle imprese, degli armatori e del pool di mano d’opera.

Negli ultimi due anni abbiamo avuto una boccata di ossigeno con le auto FCA dirette in America, è importante che continui a svilupparsi questo processo”

Si riferisce a Fiat Crysler Automobiles group, a partire dai primi mesi del 2015 il gruppo Grimaldi ha iniziato da Civitavecchia un servizio diretto di collegamento con gli scali nordamericani per il trasporto di automobili e mezzi rotabili. Questo collegamento settimanale è nato a supporto all’esportazione, nel mercato statunitense, di Fiat 500X e Jeep Renegade prodotti presso lo stabilimento di Melfi (Potenza). Un servizio che ha messo Civitavecchia al centro di un hub commerciale con Grimaldi ed FCA. L’export della produzione dell’auto mantenuta a Melfi era scaturita dall’impegno dell’amministratore delegato di FCA, Sergio Marchionne, con Matteo Renzi.

Quali sono i settori su cui si dovrà lavorare maggiormente nei prossimi anni?

“La difficoltà delle acciaierie di Terni hanno fatto diventare, questo filone di attività, un ramo secco. Sembrerebbe addirittura che nei prossimi mesi ci potrebbe essere una flessione o addirittura la chiusura dello stabilimento di Terni”.

Lo stabilimento Thyssen krupp di Terni in passato rappresentava l’attività principale del porto, ma con la crisi del comparto, lo scalo ha dovuto trasformarsi radicalmente. Ultimamente i tagli messi in atto dalle acciaierie hanno visto la riduzione del 90% sul costo del trasporto e il porto ha  perso ancora una quota importante del lavoro a favore del trasporto su rotaia.

I CONTENITORI

Per quanto riguarda il comparto dei contenitori la banchina 25 avrebbe bisogno di nuovi macchinari, ha due Paceco obsoleti. Quello che chiediamo al nuovo presidente è che la concessione di queste aree dia maggiori risposte, non ci aspettiamo di diventare né Gioia Tauro né Genova, ma grazie alla nostra collocazione al centro del paese possiamo pensare a l’obiettivo di 500 mila Teu“.

LE AUTOSTRADE DEL MARE

“Il settore va potenziato con il completamento di due aree del porto. Dirimere la concessione di -Privilege Yard- che blocca 11 ettari di terreno a ridosso delle banchine. E’ un cantiere “farlocco”, di cui si sta occupando la magistratura. Mi auguro che il presidente intervenga per rimuovere questa concessione e per rendere fruibili quei terreni che sono strategici”.

LE INFRASTRUTTURE

“Ci sono delle questioni che devono essere affrontate, anche se non sono nelle corde del presidente, come la superstrada per Viterbo, il governo ha stanziato 350 milioni di euro, per il completamento di questa arteria strategica che farebbe sviluppare nuovi traffici. Anche il retroporto e l’interporto che non sono collegati tra loro, anche questa è una questione da affrontare”.

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