Sul tema dell’autoproduzione dei servizi portuali interviene Assarmatori precisando che non esiste una contrapposizione tra marittimi e portuali ma la necessità di modelli operativi di efficienza.
«Non si può tornare di un colpo alla situazione di 25 anni fa.» – Assarmatori interviene in una nota con cui fa sapere la propria posizione sul tema dell’autoproduzione portuale, manifestando la propria «perplessità riguardo a un’ipotesi di emendamento al Decreto Rilancio in materia di trasporto marittimo che, modificando l’articolo 16 della Legge 84/94, rende ulteriormente e inutilmente complicato – oltre che molto più oneroso – il ricorso all’autoproduzione delle operazioni portuali da parte delle compagnie di navigazione».
Emendamento al DL Rilanancio
Nelle settimane scorse è stato presentato dal PD un emendamento al DL Rilancio che regola l’autoproduzione nei porti e che prevede la limitazione del ricorso all’autoproduzione da parte degli armatori solo nei casi di indisponibilità degli articoli 16 o 17. Inoltre interviene sul tema della chiarezza da parte delle Autorità portuali pervenendo ad una applicazione omogenea della normativa, eliminando la discrezionalità di cui dispone l’ente portuale. In ultimo l’emendamento propone l’introduzione dell’obbligo per l’armatore di imbarcare personale aggiuntivo per le svolgimento di queste operazioni, e un canone giornaliero da 1.500 euro per l’esercizio dell’autoproduzione.
«L’introduzione di nuovi requisiti e ulteriori meccanismi per l’autoproduzione» continua Assarmatori nella nota – «quali sono quelli previsti dalle proposte emendative presentate o abbozzate, comporterebbe non solo significativi passi indietro per la tutela del diritto all’autoproduzione, ma anche un danno per l’efficienza e la competitività del sistema portuale, e un freno allo sviluppo dei traffici marittimi.
È invece evidente che il nostro Paese e in particolare il settore dello shipping hanno un’urgentissima necessità di migliorare il livello di efficienza e di competitività del sistema, anche grazie a meccanismi di semplificazione amministrativa e burocratica, oltre che di riduzione dei costi. A maggior ragione in un momento di estrema necessità per un settore che sta reagendo alla crisi in atto con le sole proprie forze.
Va sottolineato, a riguardo, che le norme relative all’autoproduzione dei servizi portuali sono già sufficientemente chiare e rispondenti ai necessari standard di sicurezza in materia. L’attuale assetto normativo, peraltro, prevede già un regime che tutela le imprese portuali, mettendole in grado di operare in un regime autorizzatorio di garanzia. Nell’ambito di tale regime, il diritto all’autoproduzione dei servizi da parte dell’utenza, in questo caso le compagnie, è un principio generale del nostro ordinamento e rappresenta un contrappeso necessario, un punto di equilibrio essenziale per consentire agli armatori di perseguire, nel totale rispetto delle norme sicurezza, condizioni di efficienza operativa nei casi in cui le imprese portuali presenti non fossero nella possibilità di offrire un servizio adeguato alle condizioni economiche.
Assarmatori è convinta che l’interesse comune del sistema portuale e marittimo sia quello di crescere ed è pronta a discutere, attraverso un confronto serio e costruttivo con tutte le parti interessate – in sede ministeriale – di come garantire un’applicazione rigorosa e uniforme delle norme esistenti, finalizzate a tutelare nel miglior modo possibile la salute e la sicurezza delle persone che lavorano nei porti e sulle navi».