ROMA – “Pur condividendo l’esigenza di regolamentare al meglio l’uso dei carburanti, ancora una volta è stata scelta la strada peggiore: quella che transita attraverso un metodo repressivo, nonché l’imposizione di obblighi, adempimenti e sanzioni“. Queste le parole di Maurizio Longo segretario nazionale di TrasportoUnito, a commento della decisione presa dal Governo che a partire dal mese di aprile, impone alle imprese di autotrasporto, che utilizzano distributori di carburante posizionati nei loro piazzali, l’obbligate di nuovi adempimenti in materia di accise. Si legge in sapere in una nota diffusa da Trasportounito, che resi da aprile ricorre l’obbligo, preso unilateralmente dal Governo senza consultare le organizzazioni di rappresentanza, per i distributori interni di carburante (superiori a 5 metri cubi) di presentare una istanza/denuncia dell’attività di erogazione agli uffici delle Agenzie delle Dogane competenti per territorio, nonché la tenuta del registro di carico e scarico e la conseguente dichiarazione di fine anno.
“Muovendo da un’analisi più approfondita – ha concluso Longo- si sarebbero raggiunti i medesimi risultati garantendo però all’autotrasporto contropartite in materia di acquisti collettivi di carburante, procedure semplificate e contenimento dei costi. Ma come sempre accade, è più facile imporre nuova burocrazia, controlli e sanzioni, che guardare in faccia la realtà e condividere soluzioni di prospettiva”.
Tutto questo, solo per le imprese di autotrasporto; escludendo le attività agricole e industriali che pure sono coinvolte; si tratterà di far fronte a un costo amministrativo che, fra istanze, regolamentazioni comunali, vigili del fuoco, verifiche, controlli e comunicazioni, è stimato in 30 milioni di euro annui.
Le imprese che non si metteranno in regola, a partire dai consumi di carburante effettuati dal prossimo mese di aprile, non potranno beneficiare del recupero trimestrale delle accise.