Il blocco del canale di Suez da parte della nave da cargo Ever Given, incagliata lo scorso 23 marzo, è un evento che ha avuto un impatto significativo sull’economia mondiale, mettendo in luce la potenziale fragilità della supply chain del commercio internazionale.
Gli attori della catena logistico-portuale: armatori, agenti marittimi, spedizionieri, operatori logistici, terminalisti, enti portuali, operatori del trasporto su gommae su ferro, aziende di produzione – nei giorni scorsi, si sono interrogati sulle ripercussioni di questo evento, del blocco del Canale Suez. Quali le strategie da mettere in atto – Dinamiche già innescate e assimilabili agli effetti che la pandemia da Covid-19, da un anno a questa parte, ha prodotto sul sistema logistico.
“Di queste strategie la tecnologia è sicuramente una delle risposte possibili”.
Per questo ci avvaliamo delle riflessioni emerse nel corso della Tavola Rotonda “Industria 4.0 e sostenibilità tra porti e logistica verso il 5D” – promossa da Assiterminal –
Quali siano gli elementi nella visione del TERMINAL 4.0. – gate portuale o inland – digitalizzato e automatizzato (parzialmente o totalmente) – sul tema è intervenuto Luca Abatello, Ceo di Circle SpA, società specializzata nell’analisi dei processi e nello sviluppo di soluzioni di automazione e digitalizzazione del settore portuale e della logistica intermodale.
Abatello ha spiegato come l’innovazione tecnologica sia alleata nel processo di sviluppo del gate portuale nel suo paradigma multidimensionale. Digitalizzazione, ottimizzazione, valorizzazione della professionalità, in cui la tecnologia può supportare in maniera determinante problematiche di tipo organizzativo di un gate (portuale e/o inland).
“Il lavoro svolto in questi anni da Circle è stato prevalentemente a supporto di progetti rivolti alla gestione della parte ferroviaria e viaria dei gate” – “Sfruttando al massimo quello che la tecnologia consente: lettura automatica, gestione automatica totale o parziale”.
Nell’ambito ferroviario importanti progetti per la digitalizzazione e l’automatizzazione delle procedure doganali, sia per i terminal Inland ma anche in ambito portuale, oggi è possibile fare quasi tutto in formato digitale, andando a digitalizzare componenti che ad vedono ancora scambio di mail, estrazione da excell, e attività parzialmente cartacee, Questo introduce un tema organizzativo e un tema forte di integrazione, condivisione degli standard.
Tra i progetti in corso: “il coordinamento al tavolo nazionale di un progetto europeo ” -ha specificato l’amministratore delegato di Circle – “I Rail che va ad applicare e definire degli standard doganali per i controlli di ADM e Guardia di Finanza”
Nella collaborazione costante con l’Agenzia delle Dogane lo sviluppo di NOTARIZZAZIONE – ovvero la digitalizzazione di un documento cartaceo firmato formalmente e non opponibile a terzi con il quale ne viene attestata l’originalità- “Stiamo lavorando a un progetto pilota con Terminal San Giorgio e CarBox” (Gruppo Tarros) i risultati saranno presentati a breve” – spiega il presidente di Circle – “E’ un elemento molto concreto nel momento in cui si vuole mantenere l’intelligenza umana ma digitalizzandone un’aspetto, come per esempio una problematica legata alla Dogana”.
Le evoluzioni in corso da parte dell’Agenzia delle Dogane, a partire da AIDA, rappresentano leve competitive per il sistema portuale nazionale nell’aambito del Mediterraneo. “Nuove procedure che verranno rilasciate da ADM in maniera progressiva tra marzo e gennaio del prossimo anno”. Come elementi di fortissimo recupero di efficienza e di intelligenza – “l’operativo della ferrovia si occuperà di gestire le emergenze e le problematiche particolari e non la cura della documentazione a supporto di procedure di tipo doganale”.
I Corridoi logistici, marittimi a livello internazionale: “Abbiamo una sperimentazione in corso con due Terminal (Tarros e Messina) – “In ambito di scambi import-export, tra Italia e Sud Europa, l’Italia può fare da protagonista utilizzando una procedura che è totalmente digitalizzata permette alla nave in partenza nel porto extra comunitario di avere le informazioni in anticipo e semplificare drasticamente i controlli doganali al momento dello sbarco”.
Sull’esperienza di digitalizzazione portata avanti dal Gruppo Tarros, che nel porto di Spezia gestisce il Terminal del Golfo, è intervenuto Mauro Solinas, brand manager Tarros, azienda specializzata in sistemi logistici integrati. Prima del 2020 solo il 3% della forza lavoro era in smart working ha sottolineato Solinas – “la pandemia è stata uno tsunami tecnologico”- Nel caso di Tarros spiega Solinas- “il 66% della forza lavoro avrebbe dovuto lavorare da casa” – “ in quel momento l’azienda non era pronta, e si è dovuta attrezzare con l’acquisto di 140 PC portatili. Non è solo un cambio di tecnologia e digitalizzazione, ma anche a imparare a usare degli strumenti digitali
Interchange e Fenix sono due sistemi digitali che l’azienda utilizza quotidianamente a vari livelli operativi: “La fatica che facciamo, tutti i giorni, è di condividere questa tecnologia con i nostri colleghi nella necessità di renderli partecipi nell’ambiente dove lavorano”. Nell’ambito di un concetto di comunicazione e produttività – “se prima della pandemia si parlava work life balance – integrazione famiglia e lavoro – oggi dobbiamo introdurre il tema dell’armonia in una organizzazione che non è più flessibile, ma diventa agile-smart, questo è un ulteriore step molto importante, perchè dietro la tecnologia c’è sempre la persona”.
Carbox azienda del Gruppo Tarros, come anticipato da Abatello, è coinvolta in un progetto con Circle per l’utilizzo di tecnologia rivolta agli autisti dell’autotrasporto, 140 autisti di diverse nazionalità: “la difficoltà è anche motivarli all’utilizzo di questa tecnologia” – sottolinea il manager di Tarros – “La digitalizzazione oggi è uno strumento che va coniugato all’interno delle realtà aziendali, sui diversi sistemi di comunicazione, deve essere uno strumento utilizzato anche per creare engagement”.
Lucia Nappi