Livorno Darsena Europa, rischia di rimanere solo un progetto?

LIVORNO– “Slitta dal 15 dicembre al 31 maggio del 2017 l’ultimo termine utile per presentare le domande di partecipazione alla gara relativa alla progettazione, realizzazione, allestimento e gestione del terminal container della Piattaforma Europa” con queste parole l’Autorità portuale annuncia il nuovo rinvio del bando che porterebbe all‘avvio della prima fase del maxi progetto di ampliamento del porto commerciale. (Il bando prevede un importo complessivo di 504,5 milioni di euro suddivisi tra finanziamenti pubblici e fonti private, di cui 13,5 milioni progettazione, 305,4 milioni costruzione del terminal e 185 milioni allestimento terminal).

Questo nuovo rinvio, di quasi 6 mesi, però getta un’ombra sulla questione anche e soprattutto a fronte della fase di instabilità politica, post referendaria, appena iniziata. La riflessione si sofferma su due aspetti. Il primo riguarda la consapevolezza che la Darsena Europa sia indispensabile e non rimandabile per la sopravvivenza del porto stesso. Concetto ormai trito e ritrito. Lo diceva chiaramente lo studio che l’Authority aveva commissionato lo scorso anno all’Ocean Shipping Consultants, l’azienda di consulenza internazionale leader nel settore. Il rapporto, 198 pagine, concludeva con un verdetto tanto apocalittico quanto chiaro, se il porto di Livorno non arriva a fondali perlomeno di 16 metri, è destinato da qui al 2020, e mancano solo 4 anni, ad uscire dai traffici internazionali di container per poi, nel giro di una manciata di anni, di sparire dalla lista dei porti di rilevanza nazionale.

Il secondo aspetto riguarda il dubbio che la Darsena Europa, oggi cantierabile, corra il rischio di non passare alla fase successiva. La sensazione è quella di vedere il progetto scorrere via, come sabbia tra le mani, all’arrivo di una nuova ondata. La questione sembrerebbe non pertinente e fuori luogo perché ci sono state le firme per lAccordo di Programma, la cui parte conclusiva porta la data del 20 ottobre scorso, firmato a Roma dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, dal Ministero del Lavoro, dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, dalla Provincia e Comune di Livorno, dal Comune di Collesalvetti, dal Comune di Rosignano Marittimo, da RFI e dall’Autorità Portuale di Livorno. Ma soprattutto definisce gli impegni economici che ciascuno si assume, pubblico e privato per 866,5 milioni di euro, tanto è il costo complessivo della realizzazione della prima fase del progetto della Piattaforma Europa, in cui chiaramente è compreso il bando.

La sensazione di instabilità è accresciuta dalla inequivocabilmente giusta tendenza allo sfoltimento, portata avanti in questi mesi dal Mit rispetto ai tanti, ai troppi e talvolta agli inutili progetti per infrastrutture portuali presentate dalle varie Autorità portuali. Anche la Corte dei Conti Europea a settembre scorso ci avvertiva:Attenta Italia hai una malattia grave, soffri di overcapacity infrastrutturale, troppe infrastrutture portuali e pochi contenitori”. E la riforma portuale si muove in controtendenza rispetto a questo, attuando un processo di accentramento della governace in cui lo stato diventa regista della pianificazione nazionale, mettendo in fila i progetti e i finanziamenti. Da una parte all’altra della penisola risuonano in un unica voce, nelle assemblee e nei dibattiti, gli interventi dei rappresentanti del Mit, il ministro Delrio e i due super consulenti Ivano Russo e Luigi Merlo con frasi inequivocabili: ”Sono finiti tempi per progettare le infrastrutture, casomai è adesso il momento di ottimizzare quelle che già ci sono, per metterle a produrre” in una sorta di – chi ha avuto, ha avuto e chi ha dato ha dato-Tutto giustissimo e legittimo ma muove un quesito:  la Darsena Europa potrebbe cadere tra la forbice dello sfoltimento?

Lucia NappI

(Nella foto: L’elaborazione grafica della Darsena Europa realizzata dall’Autorità portuale di Livorno)

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